Dopo gli incontri e le celebrazioni a distanza la Bassa Sesia si sta preparando alla “fase 2”

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Abbiamo chiesto a don Manuel Cesare Spadaccini, coadiutore dell’Upm 21 Bassa Valsesia, come si sia attivato per raggiungere la comunità in questo periodo di quarantena. «Come altri sacerdoti del territorio, su Facebook abbiamo trasmesso le messe della domenica – ha spiegato – per non interrompere il contatto con i parrocchiani, pubblicando periodicamente inoltre le notizie riguardanti le nostre iniziative. In queste settimane abbiamo anche aperto un canale YouTube per la diretta della messa del giorno. Un mezzo di comunicazione molto utile: pensate che vi sono persone di Carpignano, residenti in Francia, che con questo strumento riescono a sentirsi un po’ più vicini a noi. Per cercare di rispondere alle esigenze dei più piccoli abbiamo inoltre pubblicato piccole storie legate ai valori cristiani, mentre in occasione della festa della Beata è stato proposto un triduo in cui abbiamo raccontato la storia e il segreto di Panacea». Le parrocchie dell’Ump 21 hanno inoltre cercato di dare un sostegno alle famiglie più in difficoltà, operando in collaborazione con il Comune e con la Caritas, particolarmente attiva anche in Bassa Valsesia. A occuparsi della distribuzione delle mascherine e dei generi alimentari sono un gruppo di volontari, risorsa preziosa per queste piccole comunità, che monitorano le varie emergenze. «I parrocchiani mi hanno sempre mostrato il loro affetto attraverso telefonate e messaggi – ha concluso – dimostrandomi quanto è importante fare rete per una chiesa sempre viva. Da lunedì 18 maggio torneremo a celebrare le sante messe, seguendo le norme igienico sanitarie indicate dal Governo. Saranno sicuramente necessarie nuove forze disponibili a gestire l’organizzazione delle celebrazioni». Anche don Sergio Chiesa, parroco di Castellazzo, in occasione della quarantena ha voluto far sentire la sua vicinanza ai fedeli. «In questo periodo ogni domenica, dalla cappella della casa parrocchiale, sono state celebrate le sante messe, trasmesse poi in diretta streaming su Instagram alla presenza di solo due lettori – ha detto -. Molto utile è poi il gruppo di Whatsapp del coro parrocchiale e della catechesi, che ci permette di restare in contatto quotidianamente. Ho cercato anche di raggiungere telefonicamente le persone più anziane, quelle che maggiormente soffrono di solitudine a causa del distanziamento sociale e devo dire che mi hanno trasmesso tanto calore. La prima messa è stata poi trasmessa con la piattaforma Zoom, che però presenta il limite di 100 partecipanti, quindi abbiamo optato per una soluzione diversa». Don Chiesa sta ora pensando a come gestire la “fase 2” della ripartenza con la ripresa delle messe. «Certamente sarà una celebrazione diversa dal solito – ha commentato – in base al protocollo stilato per limitar la diffusione del Coronavirus. Dovremo provvedere alle precauzioni anti-contagio durante la comunione, cercando di stabilire la capienza massima della chiesa, mentre l’ingresso nell’edificio sarà regolato da volontari che vigileranno sul numero di fedeli presenti».