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Don Massimo Minazzi: «La distanza ci ha aiutato a capire cosa significhi essere comunità»

Abbiamo sentito la voce di alcuni sacerdoti della nostra Diocesi in questo particolare momento: i legami della comunità che non si sciolgono.

Di seguito l’intervista a don Massimo Minazzi parroco di Bee, Premeno, Arizzano e Vignone.

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Da Verbania, volgendo lo sguardo verso il Monte Cimolo, il monte San Salvatore e ancora più su, si resta in queste giornate primaverili incantati di fronte alla corona di paesi che, come sentinelle, vegliano dall’alto le acque del lago.

Dal basso sembra, soprattutto di sera, all’imbrunire, un presepe che accende le sue luci e abbraccia la grande città. Lassù, le strade che da Arizzano si inerpicano verso Piancavallo e innervano con vie, vicoli e sentieri la montagna, vive quotidianamente da due anni il suo ministero di parroco don Massimo Minazzi.

Dalle colline del Burundi, dove per anni è stato missionario, don Massimo nell’aprile del 2018 è salito a Vignone, Premeno, Bée, Esio e Arizzano. Abituato a percorrere distanze considerevoli nel cuore dell’Africa, in questi due anni da Bée, dove risiede, ogni giorno in macchina raggiunge le sue comunità, per condividere insieme a trecentosessanta gradi il cammino parrocchiale.

«Un cammino che in questi mesi segnati dall’emergenza sanitaria non si è interrotto – racconta al telefono don Massimo – ma ha solo mutato pelle e forme. Attraverso un blog, per esempio, in questo tempo trascorso ciascuno a casa propria, con i membri del consiglio pastorale abbiamo riflettuto su alcuni temi.

Settimanalmente ho proposto alcuni contenuti e alcune domande per suscitare suggestioni e far scaturire un confronto a distanza. Abbiamo così riflettuto su cosa significhi essere una comunità; sull’importanza dell’andare a Messa; quale senso rivesta l’Eucarestia nella nostra vita; e come accogliere tra noi chi non frequenta la nostra comunità e i nostri sacramenti».

Queste settimane sono servite a don Massimo anche «per la preghiera personale e per leggere. Ogni giorno dedico uno spazio del mio tempo per chiamare al telefono le persone, far sentire loro la mia vicinanza anche solo con un saluto.

Inoltre, con alcuni collaboratori stiamo strutturando un sito Internet che raccolga e promuova tutte le bellezze artistiche e paesaggistiche del nostro territorio. Stiamo raccogliendo documenti, fonti, fotografie per raccontare la storia delle nostre comunità».

A tutto questo don Massimo ha anche unito l’attenzione verso i suoi studenti della scuola media di Bée e di Piancavallo. «Ho dovuto diventare un esperto di didattica a distanza – racconta. – Fare lezione in questo modo ha comportato anche approfondire alcuni temi in modo diverso, per permettere ai nostri ragazzi di crescere culturalmente e far sentire accanto a loro la mia presenza».

Francesco Rossi: