“Ancora una volta il mondo del lavoro deve piangere una vittima”. Inizia così una nota firmata dalla segreteria di Cgil Novara-Vco, che interviene in merito alla morte, mercoledì pomeriggio a Trecate, di Mihai Agapi, lavoratore “che ha perso la vita, cadendo da un’impalcatura nel cantiere del nuovo polo logistico”.
Una morte che arriva a “pochi giorni – si legge nella nota del segretario generale Attilio Fasulo – dalla ripresa produttiva dopo lo stop determinato dal coronavirus. Alla famiglia del lavoratore tutta la nostra solidarietà e vicinanza in questo triste momento. Alle autorità competenti il compito di fare luce sulla dinamica dell’incidente e ricercare le responsabilità di questa nuova morte bianca”.
Leggete il nostro settimanale; GRATIS per tre mesi: scoprite come In alcuni settori “i motivi dei decessi sono identici da 100 anni a questa parte, la caduta dall’alto nel settore edile ne è un esempio. La catena del lavoro in appalto è fonte di pericolose mancate applicazioni di norme in materia di sicurezza – sostiene ancora la segreteria Cgil Novara-Vco – altro che deregolamentare ulteriormente il codice degli appalti come qualcuno immagina semplicisticamente parlando di un laccio allo sviluppo economico. La vita di lavoratori e lavoratrici viene prima di ogni altra cosa. Siamo tutti impegnati in questa difficile fase a garantire l’applicazione del protocollo sulla sicurezza condiviso, ma il fatto di mercoledì ci dice ancora una volta che ancora non basta, nei luoghi di lavoro si continua a morire. Non è più accettabile – conclude la segreteria – che in Italia si debba continuare a morire sul lavoro”.