Un Primo Maggio, quello di quest’anno, molto diverso da quelli avuti in passato, senza cortei e iniziative in piazza, senza la voce diretta dei lavoratori e le testimonianze. Questo per l’emergenza sanitaria legata al Coronavirus. Ciononostante i sindacati non hanno rinunciato a scegliere un tema, per sottolineare quanto sia importante che il lavoro resti protagonista anche e soprattutto oggi.
“Questo Primo maggio – riferiscono Cgil Novara e Vco, Cisl Piemonte Orientale e Uil Novara Vco – cade nel contesto di un Paese ancora impegnato a contrastare un’emergenza sanitaria drammatica. Non ci potranno essere manifestazioni, feste, raduni, nelle piazze e nelle strade ma Cgil, Cisl e Uil non hanno rinunciato a scegliere un argomento, per rimarcare quanto sia importante che il lavoro resti protagonista”.
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Slogan di oggi sarà “Il lavoro in sicurezza, per costruire il futuro”.
Il lavoro è la leva fondamentale per restituire una prospettiva credibile per il futuro del nostro Paese “e di coloro che rappresentiamo, noi abbiamo l’obbligo di ricordare che la salute e la sicurezza dei lavoratori e dei cittadini devono essere centrali per la ripresa. Uno slogan in linea con lo sforzo che i sindacati confederali stanno portando avanti da settimane, sia a livello nazionale che regionale e locale, per stare accanto a tutti i lavoratori alle prese con l’emergenza Covid, mettendo in campo gli ammortizzatori necessari, vigilando sulla sicurezza di chi non si è mai fermato, predisponendo protocolli di garanzia per chi, via via, riprenderà a lavorare”. “Anche senza comizi in piazza, il Primo Maggio è una giornata importantissima per tutti i lavoratori – dicono i segretari generali di Cgil Novara Vco Attilio Fasulo, Cisl Piemonte Orientale Elena Ugazio e di Uil Novara Vco Roberto Vittorio – Mai come adesso è importante rimanere uniti e riaffermare il valore del lavoro, della sua dignità, della necessità di lavorare in sicurezza anche in questo periodo in cui la pandemia ci ha costretti a chiudere aziende e a mettere in cassa integrazione migliaia di persone. La ripresa dovrà venire al più presto, con un intervento pubblico sostenuto; ma bisognerà anche cambiare, mettendo al centro della società non più la finanza e la rendita, ma il lavoro e l’umanità”.