«L’uomo antico non scelse a caso la montagna come mezzo di espressione simbolica di significati nettamente trascendenti: a ciò fu portato da ragioni di analogia, ma, in più, da un presentimento di ciò stesso che l’esperienza della montagna può suggerire alla parte più profonda del nostro essere»: così scriveva Julius Evola, saggista di origine siciliana innamorato dell’alpinismo le cui ceneri sono sepolte tra i ghiacci del Monte Rosa. E vogliamo credere che sia proprio questo lo spirito con cui guide, sci alpinisti ed escursionisti del territorio abbiano firmato l’appello lanciato sulla piattaforma Change.org ed indirizzato al presidente del consiglio Giuseppe Conte: poter tornare a praticare la montagna non come semplice evasione all’aria aperta ma come via interiore per riscoprire se stessi, come esigenza di vita, ovviamente nel rispetto delle norme di sicurezza imposte dall’emergenza sanitaria tutt’ora in corso. La petizione, lanciata pochi giorni fa e che al momento conta 6.500 firme, ha ottenuto il pieno appoggio dell’Unione dei Comuni degli Enti e delle Comunità Montane, che comunque ha sottolineato come l’escursionismo, in questa delicatissima situazione che stiamo vivendo, possa rappresentare anche un fondamentale momento di rilancio per l’economia dei piccoli centri di montagna. Quindi si, dice l’Uncem: speriamo di poter tornare presto a vivere la nostra montagna, ma nel farlo ricordiamoci anche di dare una mano alle realtà locali acquistando presso i negozi e gli esercizi commerciali di prossimità, che spesso offrono prodotti di eccellenza, sani e a chilometro zero.