Il feretro che attraversa le vie del paese deserte, il cimitero vuoto e la commozione e la gratitudine che non hanno la possibilità di avere le forme consuete per essere espresse, ma sono ugualmente presenti, vive e reali.
Oggi don Paolo Bosio, sacerdote diocesano scomparso a soli 46 anni dopo una lunga malattia, ha ricevuto l’ultimo saluto.
La salma è stata tumulata nel cimitero di Caltignaga, suo paese di origine, accompagnata solo dalla mamma Piera con la sorella Rita e alcuni familiari, dal vescovo Franco Giulio, dal vicario generale don Fausto Cossalter, dal parroco don Lorenzo Marchetti dall’amico e moderatore dell’UPM don Simone Dall’Ara e dal sindaco Piero Miglio.
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Prima di giungere al cimitero, dove riposerà accanto al papà Felice, ha attraversato le strade del paese e quelle di Momo, la parrocchia dove don Paolo svolgeva il suo ministero di parroco dal 2012, che la sera prima gli ha anche reso omaggio accendendo un lume in ogni finestra.
«Oggi a Momo l’emozione è stata palpabile – racconta don Maurizio Gagliardini, che in questi mesi di malattia ha affiancato don Paolo nella cura pastorale della parrocchia e lo ha salutato quando è passato davanti alla chiesa parrocchiale -. La gente non ha potuto essere in chiesa, ma sui balconi e ai portoni delle case c’era una vera folla. Don Paolo, che amava la liturgia, dall’altare ha saputo costruire una rete di relazioni profonde che ha abbracciato tutto il paese».
Una sensazione condivisa dal vicario generale don Cossalter: «Eravamo in pochi oggi pomeriggio a salutare don Paolo. Alla grande sofferenza di aver perso di un giovane confratello, si è unita quella di non aver potuto essere che pochi. Eppure abbiamo sentito vicini tutti lo stesso, anche se a distanza, come le celebrazioni che stiamo vivendo in questo periodo».
Una vicinanza che è echeggiata nelle parole commosse del vescovo, che ha espresso – a nome di tutta la Chiesa novarese e soprattutto delle comunità e delle persone che lo hanno conosciuto e gli hanno voluto bene – il cordoglio e la preghiera per lui.
«Lo conoscevo sin da quando era giovane – aggiunge don Lorenzo Marchetti -. Nel momento in cui ha scelto di entrare in Seminario la nostra amicizia è cresciuta, nonostante la differenza di età. In questi giorni ho raccolto la commozione di tanti sacerdoti, che lo hanno ricordato. E’ un dolore che farà fatica a passare». Ma è stato lui stesso, anche negli ultimi momenti, a rassicurare tutti: «la mamma mi ha detto che è stato lo stesso don Paolo a dare forza a lei e alla famiglia. E anche per noi è lui a indicarci la strada della fiducia e della Speranza nel Risorto».