Il panorama di Verbania che si scorge dalle vetrate del terzo piano della Questura rinfranca lo spirito. Per quattro anni, questa immagine mozzafiato, che sovrasta i tetti della città, tra le sfumature di azzurro pastello del lago e del cielo, ha accompagnato il quotidiano lavoro del questore Salvatore Campagnolo.
Giovedì 30 aprile sarà il suo ultimo giorno in servizio alla Polizia di Stato. Nato il 14 aprile 1957 a Ragusa, laureato in Giurisprudenza a Catania, è entrato nell’Amministrazione della Polizia sul finire del dicembre 1985. In carriera il dottor Campagnolo ha avuto modo di operare in diverse realtà d’Italia, fino a giungere sulle sponde del Lago Maggiore.
Persona solare, accogliente, scrupolosa e rispettosa del ruolo chiamato a rivestire, ha saputo fin dal 16 maggio 2016, giorno del suo arrivo a Verbania, farsi conoscere e apprezzare. «Saranno i miei poliziotti e i cittadini del Verbano Cusio Ossola a giudicare se ho fatto bene – confida. – Per me il bilancio è positivo. È stata una bella esperienza. Il grazie lo rivolgo a tutto il personale dei diversi uffici, per aver operato con professionalità e sacrificio, mantenendo alto l’impegno».
LA SICUREZZA
Al primo posto tra i compiti di un funzionario dello Stato vi è il dovere di tenere alto il livello della sicurezza. «Il Vco è un territorio sano – afferma il questore. – Questo ha permesso di concentrare l’attenzione su alcuni aspetti investigativi, mettendo a segno da parte dei miei uomini alcune eccellenti operazioni».
Il riferimento è, tra le altre, all’operazione “Santa Cruz” che nel maggio 2018 portò la Squadra Mobile di Verbania, in sinergia con il personale del Commissariato di Domodossola, ad arrestare tra l’Ossola e Reggio Calabria tredici persone ritenute responsabili di detenzione e commercio di droga.
«Ve ne sono state anche altre durante questi quattro anni – conferma. – e si aggiungono a quelle che ho vissuto quando ero alla Mobile di Como e alla Criminalpol di Milano».
I GIOVANI
Il fascino della divisa per il questore Campagnolo, come lui stesso ammette, «è arrivato tardi. Avevo 29 anni quando entrai nella Polizia di Stato. Avevo svolto il servizio di leva come Ufficiale di completamento in artiglieria, per poi iniziare una collaborazione in uno studio di avvocati. Oggi un po’ rimpiango di non aver cominciato prima, quando ero più giovane».
Spesso in questi anni proprio con i giovani il questore ha avuto modo di confrontarsi e dialogare. «Diventare poliziotto o poliziotta significa svolgere la propria attività con passione. Solo così diventa appagante – spiega. – Non è il classico impiego statale. Va vissuto con serietà, consapevoli dei sacrifici che vengono richiesti a te, per te stesso e per gli altri. Quando ti accorgi che tutto quello che fai va nella direzione del bene per la tua comunità, allora comprendi di essere anche tu, nel tuo ruolo, protagonista della storia e dello sviluppo del tuo Paese».
LA LOTTA ALLO STALKING
Il questore Salvatore Campagnolo sarà ricordato a Verbania per aver tenuto a battesimo nel novembre 2017 all’interno della stessa Questura un primo esempio di “sala del comfort” per donne vittime di violenza.
«Il reato dei maltrattamenti in famiglia – puntualizza – è ancora diffuso sul nostro territorio. Certo, aver prediletto la forma “dell’ammonimento del questore” è servito, ma ha anche fatto emergere dei dati. Nel 2019 sono stati trenta i provvedimenti di ammonizione; sono convinto però che si riferiscano a solo un 40% degli effettivi casi che avvengono nel Vco».
Un risultato, comunque, è stato raggiunto e non solo in riferimento a questo preciso reato. «La soddisfazione più grande per me in questi anni è stato vedere i miei uomini portare a termine operazioni che comportano tempo e sacrificio – precisa Campagnolo. – Un grazie va anche alle altre Forze dell’Ordine e alla Prefettura, per la preziosa collaborazione che si è instaurata».
IL MARE, IL LAGO
Giovedì 30 aprile per l’ultima volta il questore Campagnolo si affaccerà alla vetrata del suo studio. Il lago, un po’ come lo è stato il mare, ha accompagnato la sua vita e la sua lunga carriera. Gli anni trascorsi sulle sponde del Lario così come quando è stato commissario a Sanremo lo hanno segnato profondamente.
Certo, è figlio del caldo mare della Sicilia, ma il Lago Maggiore lo ha stregato. «Andrò in pensione, ma ho già tanti progetti – conclude – tra cui quello di trovare una dimora qua nel Vco, una seconda casa dove trascorrere parte del mio tempo con la famiglia. Nella mia vita sono stato fortunato, ho sempre operato in posti ricchi di fascino. E Verbania e il suo lago, come una volta mi disse un caro amico venuto a trovarmi, sono un paradiso terrestre».