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Coronavirus, la provincia di Novara tra le peggiori in Italia

Il Coronavirus nel novarese continua a preoccupare. Lo dicono i dati emersi dalle statistiche di ieri dove la provincia fa segnare un incremento, secondo quel che si legge dalla pagina di Lab24 del Sole24Ore, del +4,64%. Si tratta del quinto  peggior indice di crescita tra le province italiane dietro a Asti (+8,46%), Sondrio (+8,29%) Aosta (+8,06%), Cosenza (+4,90%).

Novara  (di cui diamo un compendio dei casi comune per comune) con 0,52 contagi per cento abitanti è la sedicesima provincia in Italia. Davanti, parlando di Piemontesi, ci sono Alessandria, VCO e Vercelli, poi le sette province Lombarde (tranne Sondrio, Varese, Como, Monza Brianza ma anche Milano di cui si parla molto per ovvi motivi numerici, ma che ha un indice di contagio per mille inferiore a quello di Novara), quattro emiliane (Reggio Emilia, Parma, Piacenza e Rimini) e la provincia di Pesaro Urbino.

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Nel corso delle ultime settimane il contagio sembra essere andato molto più veloce nel novarese rispetto al resto d’Italia. Dal 4 all’11 aprile siamo passati da 973 contagi a 1542 (+58,4%) e poi da 1542 a 1942 di ieri (+26,1%). Sulle due settimane l’incremento è stato del 99,9%. Si tratta di dati mediamente superiori a quelli della crescita regionale (rispettivamente di +36%, +27,7% e +73,8%), ma soprattutto superiori a quelli dell’Italia intera che viaggia ad incremento che è meno della metà di quello che segna il Novarese (+22%, +15% e +41%).

Il divario Novara-Italia è un po’ meno penalizzate, anche se non troppo,  se si passa alla conta dei deceduti. Tra il 4 e l’11 marzo nel novarese siamo passati da 133 a 170 morti positivi al coronavirus, +27,8% in sostanza in linea con il +26,7% a livello italiano. Ma a Novara nel corso dell’ultima settimana siamo anche passati da 170 morti a 218 (+28,2% contro il +19,3% dell’Italia intera). Sulle due settimane a Novara c’è stata una crescita dei morti del 63,9% contro un aumento italiano del 51,1%.

La comparazione sulla regione è favorevole a Novara. In due settimane in Piemonte c’è stata una crescita molto più ampia dei morti, passati da 1144 a 2302 (+101%)

Non è facilissimo fare delle deduzioni da questi dati. La raccolta e la classificazione è spesso lacunosa e ci sono anche contraddizioni tra una fonte e l’altra. La Regione ci ha però provato sostenendo che il Piemonte e quindi anche il novarese frena più lentamente rispetto alle regioni che trainano i dati nazionali (essenzialmente la Lombardia) per il fatto che da noi il virus si è diffuso dopo.

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Questo potrebbe essere vero tenendo conto del dato dei morti. Spostando indietro di una settimana la conta dei morti italiani e confrontando l’arco di tempo 28 marzo 11 aprile con l’11-18 aprile del Piemonte si ottiene un aumento dei decessi del 94% non troppo dissimile dal 101% della nostra regione. 

Ma se proviamo a fare la stessa cosa con i contagi, si ha un +64,6% in Italia e un +73,8% a livello regionale. Il confronto con Novara rende ancora meglio l’idea. Il presunto ritardo di una settimana non è infatti per nulla rispecchiato dalle cifre percentuali; mentre tra il 28 marzo e l’11 aprile il contagio in Italia cresceva del 64,6%, Novara è cresciuto del 99,9%.

Sappiamo, come dice ancora la Regione, che una delle cause, forse “La” causa, di tutto questo è stata la decisione di andare alla ricerca del contagio là dove si sospettava che ci fosse, ovvero nelle RSA. Qui è stato verificato che sussiste una elevatissima percentuale di positivi. Le tabelle della regione nel corso degli ultimi giorni attribuiscono alle RSA in effetti circa il 60% dei nuovo positivi totali.

Il fatto che probabilmente fuori dalle RSA virus corra meno di quando non appaia dai dati che arrivano dal compendio statistico quotidiano, non rende meno preoccupante la situazione. In primo luogo quello nelle RSA è un contagio di persone che hanno fragilità superiori a quelle della popolazione comune, in secondo luogo sono ancora tutte da verificare le ricadute a lungo termine di questo ritardo nel tracciamento dei positivi.

In Piemonte ci sono, secondo i dati regionali, circa 21mila ospiti delle RSA, 1649 nel novarese, mai ovviamente usciti delle case di riposo e senza più alcun contatto con dall’8 marzo. Ma nelle case di riposo  piemontesi operano 12707 operatori di assistenza, di cui 789 sono nel  novarese. Quanti di questi sono stati contagiati e quando è accaduto? Quanto si è diffuso nei rispettivi ambiti famigliari il contagio nato dalle case di riposo?  Che cosa, insomma, rappresenta nella conta generale del sommerso degli asintomatici questo boom di contagi delle RSA? Probabilmente lo si saprà solo tra qualche settimana, speriamo non dopo che sarà stata decisa la riapertura del 4 maggio.

Fabrizio Frattini: