Alcune sigle sindacali della Polizia di Stato (Siulp, Sap, Siap e Fsp) hanno deciso, in questo periodo particolarmente difficile per tutti, di impegnarsi nel dare una mano verso il più debole. Così hanno deciso di destinare una mensilità dei contributi ricevuti dai tesseramenti dei propri associati a favore della Fondazione Comunità Novarese Onlus.
“La Fondazione – spiega una nota congiunta dei tre sindacati – è da sempre attiva nella tutela e nella salvaguardia delle fasce sociali più deboli.
Pur nella consapevolezza che la nostra donazione non servirà a soddisfare tutte le esigenze delle famiglie più bisognose, l’abbiamo ritenuta convintamente doverosa e necessaria. Ciò, non dimenticando, nemmeno per un istante, che una delle attività primarie alla quale la Polizia di Stato è chiamata è quella del soccorso pubblico, riteniamo sia importante anche dare un contributo concreto nel sociale e nel prestare aiuto e soccorso a chi ne ha più necessità. La Polizia – proseguono le quattro sigle sindacali – è stata chiamata più volte a prestare soccorso in occasione di sciagure quali terremoti e alluvioni, oggi una delle conseguenze di questa calamità è rappresentata dall’isolamento sociale e dalle difficoltà economiche, ed è qui che possiamo e dobbiamo intervenire”.
La Polizia, tra l’altro, come raccontavamo qualche giorno fa, ha già dato vita, grazie a un progetto del Questore, Rosanna Lavezzaro, a un servizio di vicinanza alla popolazione, realizzato in sinergia con il Comune di Novara; progetto che prevede la distribuzione di mascherine, farmaci e generi alimentari alle fasce più deboli della popolazione. E un altro aiuto, sempre dalla Polizia, è giunto alle famiglie che vivono all’ex Villaggio Tav, grazie a una raccolta fondi attivata da Polizia, Amatori Rugby e Lions Club Novara Ovest Ticino.
“Nel caso la situazione attuale si dovesse protrarre per altro tempo ancora, oltre a quanto oggi preventivato – aggiungono le quattro sigle sindacali -predisporremo una sottoscrizione volontaria fra la categoria, in favore delle fasce più deboli e bisognose. Pur nella consapevolezza di dover affrontare la quotidianità perennemente in prima linea, siamo consapevoli del privilegio, oggi riservato a pochi, della propria sicurezza economica”.
