«Riteniamo indispensabile non fermarsi alla ‘fotografia’ della situazione nelle case di riposo. Per noi occorre andare a monitorare e a mettere in atto la sorveglianza sanitaria anche in tutti gli altri servizi alle persone in cui ci sono non autosufficienze e fragilità, come i servizi H24 per i disabili, le comunità per persone con patologia psichiatrica, le comunità per minori e, soprattutto, i servizi di educativa territoriale (qualora questi siano attivi) e di assistenza domiciliare ad anziani e disabili». Anche perché «molto spesso gli operatori di questi servizi non sempre hanno i Dispositivi di protezione individuale, Dpi, corretti ed in quantità sufficiente».
A parlare è Paolo Del Vecchio, segretario funzione pubblica Cgil Novara e Vco. La Cgil, dunque, valuta positivamente l’avvio dei tamponi su operatori e ospiti delle case di riposo, ma ritiene anche che non occorre fermarsi a questo e anzi proseguire ed effettuarli anche in altre realtà.
La Cgil chiede anche «per verificare l’esito dell’effettuazione dei tamponi
agli utenti e agli operatori di tutte le Case di Riposo della provincia di Novara e di quella del Vco, la trasmissione di tali risultanze al fine di valutare tutte le possibili soluzioni, anche di parte sindacale, della gestione del “dopo” fotografia, sapendo che comunque si interverrà su situazioni, alcune delle quali molto compromesse, difficili e sicuramente emergenziali». Del Vecchio ritiene sarà necessario tenere sotto sorveglianza sanitaria continua gli operatori, compresi quelli dei servizi ausiliari, che oramai stanno o sostituendo o supportando nella gestione il personale Oss e Infermieristico, e gli utenti al fine di limitare il più possibile il già
voluminoso contagio che ha trasformato le case di riposo in veri e propri focolai. Crediamo non più differibile – aggiunge – un cospicuo e costante approvvigionamento di dispositivi di protezione individuale (mascherine Fpp2, camici, calzari) ad oggi largamente insufficienti e mascherine Fpp3, senza limiti nell’utilizzo, per il personale che viene a contatto con pazienti positivi; assunzioni immediate di nuovo personale sanitario, o la presa in carico con proprio personale delle Asl. Sarà necessario mettere a disposizione delle strutture personale medico ed infermieristico altamente preparato nella gestione di Covid+. Sono solo alcune delle molte cose da mettere in atto in questa situazione».
Come anticipato la Cgil chiede l’effettuazione dei tamponi anche in altri servizi, non meno importanti. «I servizi domiciliari, sia educativi che assistenziali, se non monitorati con frequenza e soprattutto se non viene attivata la sorveglianza sanitaria alle operatrici e agli operatori impiegati anche e soprattutto tramite tampone, insieme all’isolamento fiduciario qualora necessitasse, rischia di diventare, come nelle case di riposo, fonte di contagio inconsapevole, questa volta portato direttamente a casa di cittadini. Siamo ben consapevoli delle notevoli difficoltà in cui tutti i servizi versano, ma non possiamo più accettare – aggiunge Del Vecchio – per la parte di mondo del lavoro che rappresentiamo, che è quella sicuramente più esposta al contagio, che non ci si rivolga a salvaguardare le persone che stanno intervenendo a tutela dei più fragili e della non autosufficienza.
Crediamo invece, oggi più che mai, che la messa in atto concreta della sorveglianza sanitaria continua, con l’effettuazione dei tamponi costante, e con l’isolamento preventivo, in caso di contatto stretto con utenti Covid+ senza le dovute protezioni, possano invece contribuire a salvaguardare la salute degli operatori, ma soprattutto degli utenti e a limitare il contagio del virus».
La richiesta è stata inviata ai direttori generali di Asl Novara e Vco, al commissario ad acta dell’Asl di Novara, al presidente della rappresentanza dei sindaci Asl No e Vco, agli Enti gestori delle politiche sociali, al presidente assemblee dei sindaci Enti gestori politiche sociali, al sindaco di Novara, alle Prefetture di Novara e del Vco e ai presidenti delle Province di Novara e Vco.