Abbiamo sentito la voce di alcuni sacerdoti della nostra Diocesi in questo particolare momento: i legami della comunità che non si sciolgono.
Di seguito l’intervista a don Gianmario Lanfranchini parroco di Omegna.
Una Quaresima in “isolamento”, ma che forse proprio per questo è stata una Quaresima vera, vissuta nella preparazione alla Pasqua e nella cura delle relazioni, all’insegna di una prossimità che sa superare la lontananza. E’ quella che racconta don Gianmario Lanfranchini, parroco di Omegna e vicario episcopale per il Vicariato dei Laghi.
Il ministero sacerdotale in questo tempo come è stato vissuto?
«La fede si testimonia con una discreta ma vera partecipazione al dolore umano di tanti, e la comunità ha dato una prova di solidarietà e carità a tutti i livelli, sia di singoli, sia di enti, con una collaborazione istituzionale davvero significativa, dal Comune, al COQ, alle forze dell’Ordine, alla Protezione Civile, ai Volontari del Soccorso, alle Associazioni. Una testimonianza preziosa che racchiude tutti gli sforzi è racchiusa nel senso della Santa Messa che don Ugo celebra quotidianamente alla Cappella dell’Ospedale da solo; viviamo per gli ammalati, per il prossimo, quello che siamo e possiamo fare per gli altri da pre- ti e come preti».
Il dramma sanitario non deve tramutarsi in un dramma sociale immediatamente dopo la fine dell’emergenza: dall’osservatorio quotidiano qual è la situazione nella nostra comunità e come si sta affrontando il problema delle nuove povertà?
«Tra i tanti momenti che ci hanno colpiti, ricordiamo “Qui sei a casa” il progetto di sostegno ai degenti Covid-19 dell’ospedale cittadino del COQ che ha visto supermercati, gente, enti, donare in una giornata tutto quello che era necessario alle persone ricoverate. Una risorsa sarà certamente anche il lavoro di rete avviato per il progetto Lobora sul quale avevamo investito con un progetto capillare sul Cusio, Ossola e Verbano, grazie a Fondazione Comunitaria del Vco-Fondazione San Gaudenzio- Caritas. Grande attenzione sul nostro territorio dovrà essere dato, oltre alle fasce più deboli, anche a coloro che sosterranno con i loro sacrifici la ripresa: penso ai lavoratori sta-gionali, nei settori dell’edilizia, del turismo, della ristorazione, e alle giovani famiglie. Occorre poi pensare al venire meno dell’aiuto per i minori, penso alle limitazione della scuola e dell’oratorio e dei Grest, con forme possibili e compatibili con le prevedibili normative per gli aspetti sanitari».
Il docente Gian Mario Lanfranchini come si rapporta con i suoi studenti liceali e quale linfa trae da loro in questo periodo di rapporti sospesi e didattica on line ? «Ho scoperto in queste ore passate con i miei studenti durante la didattica a distanza, che l’insegnamento è un servizio e un dovere, ma è anche una sorgente per rinnovare la passione per il mio ministero sacerdotale e per cercare di trovare risposte credibili alle tante domande e ai di- versi bisogni di questo momento».
Qui l’intervista a don Pierangelo Cerutti parroco di Bellinzago Novarese
Qui l’intervista a don Giammario Lanfranchini, parroco di Omegna
Qui l’intervista a don Gianluca Villa parroco di Stresa
Qui l’intervista a don Matteo Borroni di Quarona e don Enrico Marcioni parroco di Grignasco.
Qui l’intervista a don Andrea Vigliarolo, coadiutore della parrocchia di Sant’Agabio a Novara
Qui l’intervista a don Adriano Micotti, parroco di Trobaso
Qui l’intervista a don Lorenzo Rosa, coadiutore della parrocchia di San Martino a Novara