Abbiamo sentito la voce di alcuni sacerdoti della nostra Diocesi in questo particolare momento: i legami della comunità che non si sciolgono.
Di seguito l’intervista a don Adriano Micotti parroco di Trobaso.
Tutto è iniziato per ingannare il tempo. Un semplice risotto tramandato in famiglia da generazioni, viene cucinato, raccontato e filmato in un video. Al resto vi hanno pensato la curiosità e il passa parola attraverso i social. Protagonista di questa simpatica storia è don Adriano Micotti, parroco di Trobaso, popolosa frazione a nord del comune di Verbania. «Volevo mandare un messaggio simpatico ai bambini e ragazzi della mia comunità che sono a casa come tutti noi in questo momento di emergenza – afferma – In un video ho raccontato a loro un episodio della mia infanzia legato proprio al risotto che immancabilmente veniva preparato e mangiato ogni domenica a casa mia a Ghiffa».
Non l’avesse mai fatto. In un attimo il video è diventato “virale” e così ogni mercoledì è nato l’appuntamento de “In cucina con don Adriano”. Non solo i giovani attendono di vedere il nuovo video, ma anche tanti adulti.
«Ogni volta racconto loro un aneddoto della mia vita – prosegue don Micotti –. Diventa un modo bello e semplice per sentirci un po’ più vicini in questo periodo. Quello che sento maggiormente necessario è restare in contatto con la nostra gente. I mezzi di comunicazione ci aiutano ad accorciare in parte le distanze». I video dalla cucina della canonica di Trobaso sono solo una tra le iniziative che impegnano la settimana di don Adriano. «Da quando è scattata l’emergenza – sottolinea – attraverso i social trasmettiamo le celebrazioni e i momenti di preghiera. Ogni giorno poi telefono a quindici persone diverse della nostra comunità. Un semplice saluto, mettersi in ascolto degli altri, una parola di conforto: è quello che come sacerdote posso fare in questo momento».
Il rischio più grande ora per molte persone è la solitudine. Non solo quella tra le mura di casa, a cui si è costretti per combattere il virus, ma anche quella dei sentimenti e degli affetti più cari. «Come uomo e come sacerdote mi sento interrogato profondamente da quanto stiamo vivendo – confessa don Adriano –. Penso a chi in questi giorni ha perso un proprio caro e non ha potuto stargli vicino, stringergli la mano nel momento della morte. Sono ferite profonde con le quali, una volta tutto finito, dovremo fare i conti».
Il pensiero al “dopo” è già un punto fisso nell’agenda di don Adriano. «Oggi viviamo questa emergenza – conclude -. Ma dobbiamo pensare anche a quella che verrà dopo. Dovremo affrontare una crisi economica e sociale. Come comunità cristiana saremo chiamati a fare la nostra parte».
Qui l’intervista a don Pierangelo Cerutti parroco di Bellinzago Novarese
Qui l’intervista a don Giammario Lanfranchini, parroco di Omegna
Qui l’intervista a don Gianluca Villa parroco di Stresa
Qui l’intervista a don Matteo Borroni di Quarona e don Enrico Marcioni parroco di Grignasco.
Qui l’intervista a don Andrea Vigliarolo, coadiutore della parrocchia di Sant’Agabio a Novara
Qui l’intervista a don Lorenzo Rosa, coadiutore della parrocchia di San Martino a Novara