Sono diversi i fronti che vedono in campo l’Università del Piemonte Orientale nella lotta al Coronavirus. L’Upo, infatti, di concerto con Regione e Unità di Crisi Regionale, sta portando avanti una serie di importanti azioni.
Una riguarda la sperimentazione del Tocilizumab, farmaco biologico antinfimmatorio, impiegato abitualmente nella cura dell’artrite reumatoide, sperimentato per la cura della polmonite interstiziale causata dal Coronavirus. L’ospedale di Novara è stato autorizzato dall’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) alla sperimentazione. Uno studio multicentrico, che vede come capofila l’Istituto nazionale per lo Studio e la cura dei tumori di Napoli. A insistere affinché l’Upo aderisse alla sperimentazione, il rettore Gian Carlo Avanzi. A coordinare la sperimentazione, il professor Pier Paolo Sainaghi, docente di Medicina interna all’Upo. È lui a riferire come siano 13 sinora i pazienti Covid-19 cui è stato somministrato il farmaco. Il protocollo prevede si applichi a pazienti con grave polmonite interstiziale e insufficienza respiratoria che siano in terapia semintensiva e intensiva. «Sono due, a oggi, le sperimentazioni sul Tocilizumab – rileva Sainaghi – Si tratta di sperimentazioni nazionali, con una condivisione degli esiti con gli altri centri coinvolti. Uno è quello partito da Napoli. Un secondo, coordinato da Reggio Emilia, vuole fissare qual è la tempistica migliore di impiego della terapia. Questa sperimentazione da noi è partita venerdì scorso e vede coinvolto un paziente».
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