X

Don Gabriele Vitiello: «Scoprire l’importanza dell’essere gli uni per gli altri»

La chiesa parrocchiale di Bellinzago

Abbiamo sentito la voce di alcuni sacerdoti della nostra Diocesi in questo particolare momento: i legami della comunità che non si sciolgono.

Di seguito l’intervista a don Gabriele Vitiello coadiutore di Bellinzago.

Riscoprire la bellezza del “perdere tempo insieme” e del dirsi “grazie”. Queste sono le speranze di don Gabriele Vitiello, coadiutore di Bellinzago. In queste giornate di quarantena, dall’Oratorio che non è mai stato così silenzioso, don Gabriele spiega che «parlando in questi giorni in cui tutto è cambiato con gli animatori e i volontari della parrocchia, sento la fatica di non potersi vedere e incontrare di persona. Spero che quell’”andrà tutto bene” che risuona nei loro discorsi e si legge sui disegni dei bambini, non ci porti ad un “tornerà tutto come prima”, ma che ci faccia comprendere meglio l’importanza del passare del tempo insieme in semplicità, mettendo da parte quei telefonini che ora sono indispensabili». In questo tempo, «di prova, ma anche di grazia, i ragazzi si stanno rendendo conto dell’importanza delle persone che hanno accanto, e come loro anche io. E credo che sarebbe importante non darsi più per scontati, dirsi “grazie”», dice il sacerdote. A Bellinzago, mentre i sacerdoti ogni giorno propongono una meditazione attraverso un video e la Messa la domenica, gli animatori dell’Oratorio Vandoni trovano ogni giorno un modo per “incontrare” i ragazzi «e non far sentire solo nessuno».

Qui l’intervista a padre Marco Canali, parroco di Santa Rita a Novara

Qui l’intervista a don Ezio Caretti e don Marco Barontini, parroci di Borgosesia e Scopello, Mollia e Campertogno

Qui l’intervista a don Angelo Nigro e don Roberto Sogni parroci di Ghiffa e Ornavasso

Qui l’intervista a don Piero Cerutti, parroco di San Bartolomeo e San Marco  a Borgomanero

Qui l’intervista a don Gianluca De Marco, coadiutore dei giovani ad Arona

Qui l’intervista a don Nicola Salsa, coadiutore ad Omegna

Sara Sturmhoevel: