Permangono ancora alcune criticità per quanto riguarda i frontalieri che lavorano in Svizzera in questo tempo di emergenza sanitaria. Questo è quanto emerge da una nota dell’onorevole Alessandro Panza, europarlamentare della Lega.
«Sulla questione dei frontalieri Italia-Svizzera, da me più volte sollecitata – afferma Panza – è stata avviata una interlocuzione con il Governo italiano, in particolare con il sottosegretario Scalfarotto, che ringrazio: è un passo in avanti importante, per il quale esprimo soddisfazione. Permangono tuttavia alcune situazioni di criticità da affrontare e risolvere quanto prima. Mentre il Canton Ticino ha adottato limitazioni simili a quelle del nostro Paese, nel Canton Vallese e nel Canton Grigioni risultano essere tuttora aperte attività non indispensabili, quali i cantieri dell’edilizia e sono numerose le segnalazioni su operai che lavorano senza il rispetto degli standard di sicurezza. Una situazione critica per 6500 lavoratori frontalieri del Verbano Cusio Ossola, che non può e non deve lasciarci indifferenti: bisogna intervenire subito».
Monitorata è anche la problematica del rischio di “contagio di ritorno”. «La tutela dei lavoratori italiani – conclude l’europarlamentare – deve essere sempre la priorità e, da parte nostra, massima disponibilità a collaborare: il Governo non li abbandoni e si prenda carico anche dei tanti che, a causa dell’emergenza, stanno perdendo o hanno perso il lavoro. Ho ribadito al sottosegretario Scalfarotto l’importanza di poter coordinare con le autorità svizzere la riapertura dei valichi minori come quello di Camedo-Ponte Ribellasca. Quantomeno per chi è costretto ad andare a lavorare, soprattutto per i sanitari, che pur svolgendo un lavoro essenziale per la comunità Svizzera sono ora costretti ad un allungamento dei tempi di percorrenza casa-lavoro-casa insostenibile».