Si allenta, seppure leggermente, la pressione determinata sull’ospedale di Novara dalla diffusione del Coronavirus mentre rallenta, sempre leggermente ma costantemente da alcuni giorni, l’aumento dei malati in provincia. Intanto l’ospedale del capoluogo si attrezza per fare fronte ai casi più gravi. Sono questi gli elementi di maggior interesse a bilancio di questo 27 marzo, uno dei tanti giorni difficili che la città e tutto il paese sta vivendo a causa del Covid-19.
La mattinata si era aperta con l’arrivo di una trentina di feretri da Bergamo, destinati al forno crematorio del cimitero di via Cernaia. «Abbiamo così accolto – ha spiegato il sindaco di Novara Alessandro Canelli – una richiesta che mi è giunta dal mio omologo di Bergamo Giorgio Gori, una città che sappiamo tutti essere in gravissime difficoltà. In accordo con il vescovo abbiamo voluto che tutta Novara desse un segno e per questa ragione abbiamo fatto suonare le campane a lutto nel momento in cui il corteo dei camion dell’esercito arrivava in città». Le salme sono state accolte, come abbiamo raccontato, da don Andrea Mancini parroco della Bicocca.
Sempre oggi si è appreso che si stanno ultimando i lavori per realizzare altri tre posti di terapia intensiva nella sala operatoria della cardiochirurgia e che sono stati messi in servizio cinque respiratori arrivati dalla Protezione civile. Grazie a questo sarà più facile assistere i pazienti critici, quelli colpiti dalla crisi respiratoria uno dei problemi che porta al decesso il maggior numero di vittime dell’infezione. Sono anche giunti a Novara dalle forze armate 4 infermieri, due della Marina e due dell’Esercito. Andranno a rafforzare il corpo dei sanitari provato sia dall’enorme lavoro di questi giorni che da una serie di defezioni determinate dal fatto che il Coronavirus colpisce massicciamente medici ed infermieri.
L’Ospedale segnala anche che è stata impiantata alla sede staccata di viale Piazza d’armi una tenda a disposizione della Medicina del lavoro per eseguire i tamponi necessari per riammettere al lavoro il personale dell’Aou che era in quarantena. Entrerà in funzione non appena saranno risolti alcuni problemi burocratici.
Infine i numeri «meno drammatici – ha detto Canelli – ma pur sempre preoccupanti» della diffusione del Coronavirus a Novara. Al Maggiore sono ricoverate 153 persone, di cui 61 di Novara (12 in terapia intensiva e 11 semiintensiva), 73 della provincia e 19 tra Piemonte e altre regioni. Ieri a Novara erano invece ricoverate 165 persone di cui 68 di Novara e 80 della provincia.
La riduzione, come ha detto il sindaco, avviene per tre fattori concomitanti: le dimissioni (e purtroppo le morti; tra ieri sera e oggi sono state tre, meno delle dieci tra la sera di mercoledì le giovedì), il trasferimento ad altre strutture (11 persone sono state ricoverate ai Cedri di Fara Novarese e al Maugeri di Veruno) e una minor richiesta di ricoveri. In pratica le persone che si recano al pronto soccorso o che vengono prelevate da casa e poi hanno una diagnosi di Coronavirus sono meno di quelle dei giorni scorsi.
Il fatto che ci sia un miglioramento lo dicono anche i dati di crescita percentuale giorno su giorno, da qualche giorno sotto il 10%. Non si è certamente ancora giunti al fantomatico “picco” di cui tutti parlano nè tantomeno alla decrescita, ma certo si è distanti dalle percentuali tracciate del ministero della salute solo qualche giorno fa; ad esempio tra il 19 e il 20 marzo in provincia si era passati da 237 a 302 casi di Coronavirus diagnosticati, per uno spaventoso aumento di oltre il 27% giorno su giorno, o tra il 21 e il 22 marzo quando la percentuale di crescita era stata del 20%.