Tentano la truffa del ‘caro nipote’: tre in manette a Novara

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Squadra Mobile e Volanti della Polizia hanno arrestato giovedì, in due separati episodi, tre persone, sorprese nel cercare di perpetrare la truffa del cosiddetto “caro nipote” o del “falso nipote”.

In entrambe le occasioni le vittime, due anziane novaresi, hanno ricevuto una telefonata nella quale una persona si presentava come il nipote e, adducendo il fatto di aver avuto un grave incidente stradale e con l’assicurazione scaduta, chiedeva denaro e gioielli per poter risarcire immediatamente il danno, altrimenti sarebbe stato arrestato.

Le vittime, che avevano intuito il raggiro, hanno prontamente contattato il numero unico di emergenza 112, che ha provveduto a inviare immediatamente sul posto personale della Squadra Mobile e delle Volanti, che in entrambi i casi hanno colto sul fatto le persone incaricate a raccogliere le buste contenenti il denaro e i gioielli richiesti.

Sono così stati arrestati un 20enne, cittadino italiano di origini maghrebine; un 35enne nato in Polonia e un 30enne italiano.

Il 20enne, dopo un inseguimento a piedi per le vie di Novara, è stato bloccato dagli agenti. Il giovane, con precedenti per reati contro il patrimonio, su disposizione della Procura della Repubblica, si trova ora ai domiciliari, in attesa del processo per direttissima. Hanno, invece, agito insieme il 35enne, con precedenti per reati contro il patrimonio, e il 30enne. Quest’ultimo ha fatto da autista al 35enne. Anche per lui precedenti per reati contro il patrimonio. Questi due, su disposizione della Procura, sono stati trattenuti nelle camere di sicurezza della Questura in attesa della direttissima.

“I reati di cui si sono resi protagonisti – spiega una nota della Questura – sono gravi perché vanno a colpire le persone anziane negli affetti a loro più cari. Lascia l’amaro in bocca – aggiunge la nota – che questo tipo di azioni non abbia trovato un freno nemmeno nella grave situazione di emergenza che tutto il territorio nazionale sta vivendo per l’epidemia da Covid-19”.

Gli arrestati sono stati anche denunciati a piede libero per l’articolo 650 del codice penale, avendo violato il Decreto del presidente del Consiglio dei ministri, che, in ragione dell’emergenza sanitaria dovuta alla diffusione del Coronavirus, impone di non uscire da casa, salvo comprovate ragioni.

Un appello, infine, sempre dalla Questura, ai cittadini, affinché tengano sempre alta l’attenzione. “Mai credere a telefonate di questo genere e contattare immediatamente il 112 (Numero Unico di Emergenza), che invierà prontamente personale sul posto”.