Sospesa attività di sette Pronto soccorso. L’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha disposto la sospensione dell’attività dei Pronto soccorso di Giaveno, Venaria, Lanzo, Nizza, Borgosesia, Bra e Ceva. Il provvedimento emergenziale è motivato dalla necessità di liberare professionisti medici per garantire le terapie da prestare ai pazienti Covid nell’ambito del piano di riorganizzazione dell’offerta sanitaria in Piemonte.
“Intendo ribadire che si tratta di sospensioni temporanee e non di chiusure – osserva il commissario straordinario Vincenzo Coccolo – La straordinarietà della situazione che ci troviamo ad affrontare impone soluzioni drastiche ed immediate. Chiediamo la comprensione e la collaborazione dei sindaci e dei cittadini. Ogni posto e ogni risorsa sanitaria in più che riusciamo a ricavare, è decisiva per salvare vite umane. Terminata l’emergenza, tutto ritornerà come prima”.
Le emergenze “normali” saranno gestite (per la zona della Valsesia) a Vercelli o a Borgomanero.
Le reazioni. Immediata la reazione del sindaco della cittadina sesiana, nonchè parlamentare, Paolo Tiramani: <<Vengo raggiunto in questi minuti dalla notizia che la Regione vorrebbe sospendere temporaneamente tra tre giorni l’attività del pronto soccorso di Borgosesia per fronteggiare l’emergenza covid di tutta la provincia, recuperando personale e posti letto. Tale indicazione sarebbe stata data all’unità di crisi dalla direttrice Chiara Serpieri. Sospendere l’attività del pronto soccorso? Da Alagna a Vercelli sapete che distanza c’è? Volete recuperare posti letto e personale? Sospendete l’attività di alcuni reparti! Quelli si che possono essere canalizzati a Vercelli, penso a Ortopedia o Urologia che fanno attività programmata. Ho contattato Alberto Cirio, Luigi Genesio Icardi per avere spiegazioni. Di Covid si muore e i casi sono tanti e sempre di più ma anche un ischemia può essere letale. Spero che la Regione ritorni sui suoi passi prima che sia troppo tardi>>. Con lui altri colleghi hanno fatto presente il proprio disappunto.
Non solo: sulla questione anche l’Uncem, l’unione nazionale dei comuni ed enti montani, si è fatta sentire duramente: <<I Sindaci di Lanzo, Ceva, Venaria, Bra, Nizza, Giaveno, Borgosesia e gli Amministratori dei territori sono stati informati nelle scorse ore della chiusura temporanea dei pronto soccorso negli ospedali ubicati nei loro Comuni. Per alcuni di questi, la chiusura fa sì che per raggiungere il pronto soccorso più vicino, chi abita nelle alte valli debba fare anche 50 o 70 chilometri. Come accadrà per Valsesia e Alta Val Tanaro. Chi ha fatto questa scelta, i vertici regionali del sistema sanitario e delle Asl, vogliamo auspicare abbiano valutato conseguenze ed effetti organizzativi relativi alla chiusura dei pronto soccorso (e non ad esempio di altri reparti degli stessi nosocomi). L’offerta sanitaria, oggi e sempre, non può, non deve dimenticare la montagna. Vogliamo come Uncem, con tutti i Sindaci e Amministratori locali, sperare che la scelta di chiudere temporaneamente i pronto soccorso per spostare personale medico e paramedico non sia stata dettata da una situazione di emergenza che sta portando al collasso il sistema sanitario piemontese, come alcuni Sindaci dicono di aver ricevuto come motivazione. I pronto soccorso devono essere tutti riaperti a conclusione della fase di emergenza che stiamo vivendo>>.