Lutto nel mondo dell’architettura nazionale e internazionale. In conseguenza di una polmonite determinata dal Coronavirus, è morto il novarese Vittorio Gregotti
Vittorio Gregotti era nato a Novara il 10 agosto 1927. Si è formato interamente in città, frequentando il liceo Carlo Alberto e lavorando da giovane anche come operaio nell’azienda di famiglia.
Dopo una formazione poliedrica e internazionale (amava citare in particolare la sua esperienza a Parigi, nel 1947, dove lavorò nello studio di Auguste Perret) ha messo la firma anche ad alcuni edifici della città. Con lo studio associato Vittorio Gregotti, Ludovico Meneghetti, Giotto Stoppino ha realizzato in via San Gaudenzio 17 un palazzo per uffici e un edificio residenziale in via San Francesco d’Assisi. Porta il nome di Gregotti anche lo stabilimento della filatura Bossi a Camer.. Venne anche coinvolto nella realizzazione di un nuovo piano regolatore della città, ma il suo progetto non venne mai messo in pratica.
A livello internazionale Gregotti ha realizzato importantissimi complessi e strutture. Ha lavorato agli impianti olimpici di Barcellona 1984, ha realizzato al quartiere Bicocca di Milano la cui trasformazione urbanistica è stata una delle maggiori della città. Sempre a Milano ha realizzato il teatro Arcimboldi. Il suo nome è legato anche al quartiere Zen di Palermo e a Pujiang una città cinese da 100mila abitanti che venne interamente costruita su un suo progetto. Pochi sanno che la Salle des Etats dove si trova la Gioconda al Louvre è stata disegnata da Gregotti. Le sue idee sul sistema di fruizione del più famoso quadro del mondo sono ben raccontate in questo articolo di Repubblica.
Da decenni Gregotti non risiedeva più in città. Novara non l’aveva però dimenticato. Era stato nominato Novarese dell’anno nel 1983 e invitato più volte in città per delle conferenze. L’ultima, organizzata dall’ordine degli architetti, è stata messa in calendario a fine 2018, ma per ragioni di salute Gregotti non potè partecipare. Il suo nome è stato legato anche a quello di Casa Bossi, un edificio che conosceva molto bene visto che in essa abitavano i suoi cugini e quindi era solito frequentare. «Ogni due o tre anni – ha detto ripetutamente quando veniva interpellato sulla sua città e le sue origini – gli amministratori di Novara mi vengono a chiedere un parere su Casa Bossi. La mia opinione è che si deve immaginare un progetto a lungo termine che ne preveda il recupero funzionale».
Un’interessante intervista che ne tratteggia perfettamente la visione e le aspirazioni, la storia personale e il sentimento la si trova sul Corriere della Sera che la realizzò in occasione dei suoi 90 anni.
Gregotti è deceduto a Milano questa mattina, domenica 15 marzo presso la clinica S. Giuseppe di Milano per le conseguenze di una polmonite da Coronavirus. Stando alle informazioni raccolte, anche la moglie Marina è ricoverata al nosocomio milanese.