La province di Novara, Vercelli e quella del Vco sono zona rossa. Lo stabilisce il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che questa notte ha dato una drammatica stretta alle disposizioni volte a frenare la diffusione del Coronavirus.
Secondo quanto si apprende in questi ancora confusi momenti da questa notte sono in vigore norme che vanno dalle limitazioni all’uscita ed entrata nelle nostre province fino alla chiusura di musei, palestre e centri benessere. Vigono anche limitazioni agli esercizi pubblici come l’obbligo di servire i clienti solo se questi possono stare ad un metro uno dall’altro ma con la possibilità di operare solo dalle 6 alle 18. Chiusi i centri commerciali nelle giornate di sabato e domenica, aperti invece i supermercati e le vendite di alimentari. La diocesi di Novara, infine, ha deciso di sospendere le Messe almeno per questa domenica.
Al momento questo è tutto quel che è possibile dire dal punto di vista delle norme in attesa che venga fatta chiarezza intorno ad una disposizione che è controversa non solo perché talmente vasta e impattante da avere un infinito numero di risvolti e possibili eccezioni ma perché fin dall’inizio è stata contraddittoria. Inizialmente Novara, Vercelli e Vco erano state escluse dall’area rossa; il Governo aveva infatti inizialmente pensato di applicare la zona rossa a solo 11 province, oltre alla Lombardia. Le nostre tre aree erano quindi escluse. Poi alle tre di questa notte la sorpresa: le province erano diventate quattordici e Novara, Vercelli e Vco erano tra di esse.
In sintesi ecco le principali limitazioni imposte dall’applicazione della zona rossa
- proibizione alla entrata e all’uscita dalle zone rosse nonché gli spostamenti all’interno delle stesse zone. Le forze dell’ordine potranno chiedere conto ai cittadini delle ragioni degli spostamenti, consentiti solo per gravi e comprovati motivi e indifferibili ragioni lavorative
- divieto assoluto ai soggetti in quarantena domiciliare di uscire dalla propria abitazione o dimora. Previste sanzioni pecuniarie e la reclusione fino a tre mesi
- chi presenta sintomatologie da infezione respiratoria e febbre (maggiore di37,5° C) è fortemente raccomandato di rimanere presso il proprio domicilio e di limitare al massimo i contatti sociali, contattando il proprio medico curante
- sospesi gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici o privati. Chiusi gli impianti nei comprensori sciistici;
- consentito lo svolgimento dei predetti eventi e competizioni e allenamenti degli atleti agonisti a porte chiuse senza presenza di pubblico
- sospese tutte le manifestazioni ed eventi carattere culturale, ludico, sportivo e religioso in luogo pubblico o privato. Chiusi cinema, teatri, pub, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse e sale bingo, discoteche e locali assimilati, palestre, piscine, spa e centri benessere
- I luoghi di culto restano aperti ma evitando assembramenti di persone quando sono nella condizione di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro. Sospese le cerimonie civili e religiose, comprese quelle funebri;
- Chiuse le scuole di ogni ordine e grado
- Chiusi i musei ed istituti e luoghi culturali.
- Aperti ristoranti e bar, con obbligo, a carico del gestore di far rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro. Sono consentite le attività commerciali (escluse quelle citate sopra) solo se è possibile, con verifica a carico del titolare, della possibilità di tenere i clienti ad una distanza di almeno un metro. In caso contrario i negozi devono essere chiusi
- Chiuse le medie e grandi strutture di vendita, nonché gli esercizi commerciali presenti all’interno dei centri commerciali e dei mercati. All’interno dei centri commerciali restano aperte farmacie, parafarmacie e punti vendita di generi alimentari, quali i supermercati, con rispetto della distanza di un metro tra un cliente e un altro; sanzione e sospensione dell’attività in caso di violazione.