Ora è ufficiale: il Piemonte chiede che il livello di allerta per il Coronavirus in regione sia messo al pari di quello della Lombardia. È stato Cirio con una nota stampa diffusa qualche minuto fa a confermare quel che già ieri sera avevano anticipato il sindaco di Novara Alessandro Canelli e l’assessore alla sanità della regione Luigi Icardi
“Alla luce dell’evolversi del contagio in Piemonte – spiega il presidente Cirio – e delle osservazioni che mi sono state espresse dall’Unità di crisi, ho chiesto al premier Conte e al Ministro della Salute di valutare un maggiore irrigidimento delle misure decise dal Governo per la nostra regione. La crescita maggiore dei casi di contagio registrata nelle ultime 48 ore, infatti, ci fa pensare che il contenimento in atto non sia sufficiente. Abbiamo chiesto, pertanto, di valutare con estrema urgenza, anche attraverso l’analisi del Comitato Scientifico Nazionale, la possibilità di misure più restrittive che possano proteggere la popolazione e contenere maggiormente l’espansione del virus”.
In termini pratici il Piemonte deve diventare, secondo Cirio, “zona gialla” ovvero un’area priva di un epicentro ma con larga diffusione del virus, come Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e la provincia di Savona.
Se questo fosse disposto dal Presidente del Consiglio dei Ministri, come appare a questo punto estremamente probabile, verranno applicate norme più restrittive agli esercizi e locali pubblici. Tra di queste: obbligo di servizio a tavolo ed esclusione del servizio in piedi, chiusura di palestre e luoghi di particolare affollamento, niente proiezioni di spettacoli cinematografici e rappresentazioni teatrali, possibilità di disporre la chiusura di centri commerciali ed outlet.
Nel corso della giornata di ieri diversi sindaci della nostra regione, tra cui anche quello di Novara Canelli avevano sottolineato l’incongruenza e i rischi di una zona di confine come la nostra dove vigono regole diverse e più flessibili di quelle della Lombardia per luoghi pubblici e luoghi di ritrovo. Questo ha causato una migrazione dalla Lombardia di persone che frequentano bar e palestre con il forte rischio di contagio.
Da parte sua il sindaco di Trecate (e presidente della provincia) Federico Binatti ha già imposto una ordinanza che, per quanto limitata dai poteri del ruolo, chiude gli impianti sportivi comunali e limita varie attività delle strutture pubbliche.
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