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Coronavirus in Piemonte, scuole verso rinvio dell’apertura

Il Piemonte cerca di tornare alla normalità dopo la crisi del Coronavirus, ma al momento sembra improbabile che, almeno per quel che riguarda le scuole, già da questa settimana tutto possa tornare alla situazione precedente. Questa l’impressione che si è ricavata dalla conferenza stampa di ieri sera durante la quale il presidente della regione Alberto Cirio è apparso molto cauto sulle prospettive di riapertura dei plessi scolastici.

«Nonostante il governo – ha spiegato Cirio  – non abbia incluso la nostra regione tra quelle con restrizioni specifiche, abbiamo deciso di adottare una linea di maggior prudenza. Questo significa che non riapriamo domani (oggi NDR) le scuole. Fissiamo tentativamente la ripresa delle lezioni mercoledì, ma ogni decisione è rinviata alla valutazione dei dati che giungeranno dalle autorità sanitarie. Siamo confinanti con la Lombardia e in alcune zone della regione, come Novara ad esempio, c’è un forte scambio di docenti e di alunni; sarebbe estremamente rischioso non tenere in considerazione questo aspetto»

In termini pratici solo tra oggi e domani, ma forse più probabilmente oggi, il Piemonte dovrebbe decidere se mercoledì torneranno nelle scuole anche gli studenti. L’impressione è però che al momento l’orientamento della regione, anche su pressione del sindaco di Novara Alessandro Canelli e del presidente della provincia di Novara Federico Binatti, sia più per il no che per il sì.

Nel frattempo però il personale già da oggi tornerà a scuola e si metterà al lavoro per riavviare il programma didattico; nello stesso tempo oggi e domani sarà svolto «un lavoro di igienizzazione – ha detto Cirio ;  nel caso non ci siano le risorse interne sufficienti, sarà a disposizione anche il personale della protezione civile. Verrà seguito uno specifico protocollo dettato dal ministero della salute. Saranno anche dati in dotazione strumenti specifici per ridurre i rischi di contagiose».

Ad una specifica domanda di un giornalista presente che chiedeva se fosse possibile una riapertura a “macchia di leopardo”, quindi con alcune regioni per le quali riparte la scuola mentre in altre no (come sta capitando in Liguria, dove Savona ha adottato una provvedimento restrittivo non presente in altre provincie confinanti) Cirio si è dimostrato dubbioso: «non credo che per ragioni organizzative questo sia opportuno», ha detto. Quindi se in provincia di Novara, Alessandria e Vco continueranno a restare chiuse le scuole, lo saranno anche nel resto del Piemonte.

Scuole a parte, il Piemonte da oggi dovrebbe riaprire, salvo sorprese e passi indietro per una recrudescenza del virus, musei e sale cinematografiche. Sarà anche lasciata libertà di organizzare eventi pubblici. Da domenica sono anche riprese le celebrazioni delle Messe.  

Cirio ha anche fatto il punto sulla situazione della diffusione del virus nella regione «Non abbiamo cluster – ha detto Cirio – tutti i casi sono riferiti al momento a contatti con le zone rosse. Il maggior numero di persone positive è ad Asti, ma si tratti dai pazienti che hanno contratto il Covid-19 ad Alassio in un albergo dove si trovava una persona di Codogno». Cirio ha anche citato le tre persone ricoverate a Novara per le quali ancora si attende il tampone di controprova che deve giungere da Roma e il 54enne ricoverato a Vercelli in terapia intensiva che proviene da Borgosesia.

È risultato positivo anche in l’esito del test che porta a 4 il numero dei casi di probabile contagio da “coronavirus covid19” nel Vco. Il responso è arrivato in serata e attende la conferma dell’Istituto superiore di Sanità. La persona interessata è stata collocata in isolamento domiciliare fiduciario perché priva di sintomi specifici.

Complessivamente, quindi, salgono a 50 i casi di positività al test sul “coronavirus covid19” in Piemonte. Di queste persone, 11 si trovano ricoverate in ospedale: 6 ad Asti, 3 a Novara e 2 a Torino (Amedeo di Savoia). I trattamenti in terapia intensiva sono 2 (uno a Asti e uno a Vercelli). 

Fabrizio Frattini: