«Tutti possono ricominciare da capo dando una svolta diversa alla propria vita, il cambiamento deve arrivare dal profondo del cuore». A parlare è Beatrice Fazi, attrice 47enne, nota al grande pubblico per la fiction “Un medico in famiglia” che è stata a Novara e a Verbania sabato scorso invitata dagli uffici diocesani per raccontare la propria conversione nata dopo un aborto e testimoniata nel libro Un Cuore nuovo. La storia di Beatrice inizia da lontano. A 18 anni lascia la sua Salerno per trasferirsi a Roma. «Pensavo, da giovane, di poter essere felice da sola. A 20 anni – ci dice la Fazi -, sono rimasta incinta e il mio compagno di allora non ne volle sapere: mi sono sentita sola. Pensavo di poter scegliere quando e come fare un figlio. Avevo paura di raccontarlo ai miei genitori. Infine non ho trovato nessuno intorno a me che sapesse davvero darmi un supporto e un consiglio. Allora decisi di abortire. Si è aperta allora una grande ferita anche se inizialmente non l’ho percepita come tale». L’attrice all’epoca era distante dalla fede, non aveva alcun riferimento nella comunità cristiana: «Quando, negli anni successivi, sentivo parlare dell’aborto – ci dice – mi sentivo sul banco degli imputati e Dio era il giudice che puntava l’indice». E’ stato in quel momento che Beatrice conosce il suo attuale marito. «Rimasi incinta – dice ancora – perché desideravamo avere un figlio ma avevo il timore che Dio si volesse “vendicare” e mi avrebbe punito per la scelta che avevo fatto, così sono tornata in chiesa. Era forse una scelta quasi di superstizione ma così facendo ho iniziato a riflettere. È stato l’inizio di un percorso che mi ha condotto a comprendere che l’errore più grande era proprio quello di non sentirmi figlia di un Dio Padre Misericordioso. Ho iniziato a prendere consapevolezza. Una prima luce mi si era accesa con la Gmg del 2000. Nel mio percorso anche i miei figli hanno sofferto perché volevo essere una mamma perfezionista, piena di pretese per dimostrare proprio che ero una brava mamma. La mia conversione è servita anche per potermi perdonare». L’incontro con il sacerdote romano don Fabio Rosini, iniziatore del percorso di catechesi dei Dieci comandamenti oggi attivo in oltre 40 diocesi italiane, ha segnato il percorso spirituale nel corso del quale «tutto è stato messo in discussione. Il processo di maturazione che ho vissuto vivendo i Dieci Comandamenti mi ha fatto capire gli errori commessi e che non potevo proseguire la vita che avevo condotto fino ad allora». Il racconto del suo libro prende le mosse dalla scelta dell’aborto fino ad arrivare ai suoi quattro figli: «Sono stata inondata dall’amore gratuito di Dio: ero stata io a non voler vederlo. Ogni vita, anche la più persa, può ricominciare». Oggi Beatrice testimonia la sua fede nei vari ambiti ed è impegnata su tematiche che riguardano le scelte di vita sia a teatro che in televisione. L’incontro in seminario a Novara è stato promosso dall’Ufficio per la pastorale familiare con l’Agesc, l’AC e altre associazioni. A Verbania l’appuntamento, dal titolo “Perchè credo in Dio?” a organizzarlo il Vicariato dei Laghi e rientra nel ciclo – rivolto ai giovani del vicariato – “Il Caffè”.