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Fermato l’uomo in fuga armato tra i campi di Pernate: è un afghano di 36 anni

E’ stato individuato e fermato questa mattina, giovedì 17 ottobre, accucciato sotto un camper all’interno di un giardino di un’abitazione di Pernate, l’uomo che, nella giornata di mercoledì 16, a piedi e armato di un coltello, ha creato il panico tra la frazione novarese e Galliate (sui social si stava leggendo di tutto, che fosse addirittura giunto a ridosso di un istituto superiore di Romentino, invece è sempre rimasto nell’area da dove era fuggito, a cavallo tra Pernate e Galliate). Il tutto nella zona posta intorno al casello di Novara Est, quando era fuggito all’interno di un campo di granoturco di oltre 3000 metri quadrati, campo pieno di piante alte sino a due metri. Era addormentato sotto al camper, con un telo intorno, probabilmente rimediato per coprirsi per la notte. La padrona di casa, che mercoledì era stata avvisata di come agire, di come avrebbe dovuto comportarsi qualora avesse notato qualcosa di strano, allarmata per l’abbaiare del cane, ha avvisato il 113. Immediatamente, erano circa le 6, sul posto è giunta una pattuglia della Polizia, che l’ha fermato.

L’uomo, che è risultato un afghano di 36 anni, con permesso di soggiorno come rifugiato politico rilasciatogli in Grecia due anni fa, non ha opposto resistenza e gli agenti lo hanno quindi fermato. E’ accusato di resistenza a pubblico ufficiale e porto abusivo di coltello. L’arma, che ancora non è stata individuata, era un coltello con una lama di trenta centimetri.

L’allarme era stato lanciato intorno alle 8. Le prime chiamate, come spiegato stamani in conferenza stampa in Questura (presenti il Questore di Novara, Rosanna Lavezzaro, con la dirigente della Squadra Mobile, Valeria Dulbecco, e il comandante provinciale dei Carabinieri, colonnello Domenico Mascoli con il maggiore Eliseo Mattia Virgillo, comandante della Compagnia Carabinieri di Novara; l’operazione è stata infatti condotta in totale sinergia tra l’Arma e la Polizia), erano giunte intorno alle 7,50. Alcune segnalavano un uomo a piedi all’interno dell’autostrada Torino-Milano, ma non citavano l’arma, altre invece indicavano sempre un uomo a piedi, ma, in questo caso, armato. E’ intervenuta così una pattuglia della Polizia stradale. Ma l’uomo, dopo aver mimato un gesto di minaccia alla volta degli agenti per allontanarli e aver lanciato contro l’auto alcune pietre (senza ferire nessuno), è riuscito, attraverso un canale di scolo, a fuggire in campagna, finendo quindi nell’ampio campo di granoturco. Prima di arrivare in campagna, si è imbattuto in una gazzella dei Carabinieri, che ha cercato di fermarlo. L’afghano ha reagito, brandendo il coltello, il carabiniere si è difeso con il ‘tonfa’, deviando ogni colpo. A quel punto il fuggitivo si è nascosto nel campo di mais. E’ iniziata così una vera e propria caccia all’uomo, che ha visto l’impiego di 60 uomini tra poliziotti e carabinieri, l’ausilio di droni e paramotori dell’Aeroteam Novara e dell’elicottero dei carabinieri di Volpiano. Anche la telecamera a infrarossi, utilizzata dall’imbrunire, non riusciva a dare alcun ritorno positivo (l’uomo era stato scorto solo in un’occasione da un drone; ma era subito sparito, si era probabilmente accovacciato tra le piante di pannocchie). E il tentativo di portarlo allo scoperto con l’impiego della mietitrebbia non riusciva a dare il risultato sperato.
Quando si è fatta notte, le forze in campo sono state ritirate, ma non tutte. Sono state lasciate alcune pattuglie a sorvegliare l’intero perimetro del campo. L’obiettivo era quello che, prima o poi, l’afghano abbandonasse il campo, rendendo più facile la sua individuazione. Cosa che è successa, quando è andato a cercare un riparo per la notte in un giardino nelle vicinanze, lungo Strada per Oleggio. L’uomo, dalle indagini compiute, è risultato già destinatario di un provvedimento di espulsione. A oggi le Forze dell’Ordine stanno cercando di capire cosa abbia spinto l’uomo a percorrere a piedi e armato l’autostrada e poi a fuggire. Parla una lingua particolare dell’Afghanistan e ancora è stato difficile scambiare con lui qualche parola.

Monica Curino: