Quattro operazioni di servizio, nell’ultima settimana, da parte dei Carabinieri dipendenti dalla Compagnia di Novara, nell’ambito della normativa a tutela delle vittime di violenza domestica e di genere, anche in applicazione del cosiddetto “Codice rosso”.
Ad agire sono stati i militari delle Stazioni di Novara, Momo e Oleggio, che sono intervenuti a tutela delle vittime che si erano rivolte all’Arma per segnalare le condizioni di sofferenza e difficoltà, che stavano vivendo.
Così un marito è stato arrestato con l’accusa di maltrattamenti in famiglia (per alcune percosse nei confronti della moglie) aggravati dal fatto di averli compiuti in presenza di minori. L’uomo si era reso responsabile di analoghi comportamenti, cagionando anche alla moglie lesioni guaribili in 7 giorni e, a seguito dei quali, si è attivata la procedura del “Codice rosso”; un “ex” marito ha ricevuto, invece, la notifica di un provvedimento del Gip (emesso su richiesta della Procura della Repubblica) di divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla moglie, da cui ora è separato, e dai figli; un figlio con problemi di droga è stato obbligato a lasciare l’abitazione dove viveva con la madre che da tempo subiva le sue vessazioni. L’intervento dei Carabinieri ha portato al sequestro di 23 grammi di hashish e al rinvenimento di un coltello che poco prima era stato utilizzato dall’uomo per minacciare l’anziana madre; i genitori di una figlia diciannovenne, originari di un paese centro africano, sono stati colpiti da un provvedimento di “divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima” (emesso dal Gip su richiesta della Procura della Repubblica). La ragazza si era rivolta ai Carabinieri per denunciare i maltrattamenti che subiva da parte dei genitori (che le avevano procurato lesioni lievi per alcune percosse con la cintura dei pantaloni o per averla colpita
con mestoli da cucina) ed era stata subito messa in sicurezza presso una casa protetta.
Ad accomunare le vicende lo stato d’ansia e frustrazione delle vittime e la necessità di chiarire le responsabilità dei presunti autori all’esito dei vari procedimenti, nel corso dei quali tutti gli indagati dovranno rispondere del reato di “maltrattamenti in famiglia”.