Scenari di guerra, carestie, crisi climatiche all’origine dei flussi migratori; disparità nella distribuzione della ricchezza; diritti umani, fraternità, uguaglianza. Si è parlato di tutto questo lo scorso martedì 9 aprile all’Istituto agrario I.P.S.A.S.R. “S. Fobelli” di Crodo nell’incontro dal titolo “Migranti, razzismo e accoglienza” promosso nell’ambito del progetto Cittadinanza Responsabile con l’operatrice dell’accoglienza presso l’Istituto “Sacra Famiglia” di Verbania Paola Maestrini, il presidente dell’associazione “Nonsoloaiuto” di Verbania Pathe Ndoje ed il direttore della Caritas diocesana di Novara don Giorgio Borroni.
Durante gli incontri, moderati dal professor Carlo Benzi, gli studenti sono stati invitati a leggere con spirito critico e oltre i luoghi comuni le narrazioni sulla povertà e sulle cause delle migrazioni.
«Le testimonianze di Paola e Pathe, persone che vivono e lavorano a contatto quotidiano con i migranti – raccontano alcuni studenti – si sono rivelate fondamentali per smentire le fake news circolanti su presunte “invasioni” di soggetti pericolosi. Abbiamo imparato a guardare agli “stranieri” come “persone”, e non come “fenomeno” da esorcizzare».
Don Borroni ha riferito i dati sulle disuguaglianze in Italia dove, secondo un rapporto del 2018 della ong britannica Oxfam, il 20% più ricco degli italiani detiene oltre il 66% della ricchezza nazionale ed il 60% degli italiani detiene appena il 14,8% delle risorse nazionali. «Ci fanno credere – commentano gli studenti – che causa della crisi e della disoccupazione in Italia sia la presenza degli stranieri nel nostro Paese, ma non è così. E’ un sistema di ingiustizie sociali da conoscere e da contrastare. Le “guerre tra poveri” non aiutano e favoriscono soltanto pochi ricchi».
I relatori hanno poi rivolto ai ragazzi l’invito a praticare stili di vita sostenibili e a non sprecare, in maniera criminosa, le risorse idriche a disposizione, bene umano comune. L’avanzata del deserto in Africa e in genere i mutamenti climatici oltre a provocare un aumento dei “profughi ambientali”, ci invitano a cambiare anche il nostro modello di vita consumistico non più sostenibile.
Gli interventi e domande da parte degli studenti e dei docenti hanno consentito un libero scambio di idee e chiarimenti anche tra gli alunni e con i professori.
«L’argomento che mi ha colpito di più – riferisce uno studente – è stato quello affrontato da don Giorgio; il quale ci ha fatto capire che il problema in sé non sono i migranti bensì le crisi che siamo spesso costretti ad affrontare in Italia e in tutto il mondo. Esse infatti portano spesso la gente a presupporre che le cause siano le migrazioni. E ciò è falso, come ci è stato spiegato.”
«Una citazione che mi è rimasta impressa – commenta un altro – è stata: “la parola complicato non è sinonimo di complesso: le situazioni complicate hanno una soluzione, mentre le situazioni complesse non sempre possono essere risolte”; essa la possiamo applicare alla situazione odierna poiché la crisi internazionale è una cosa complessa e non è reversibile, mentre la situazione della persone migranti è una questione complicata ma che ha delle soluzioni”.
“Un concetto che ho apprezzato maggiormente – chiosa una studentessa – è stato quello dell’uguaglianza tra le persone, idea che ho riscontrato in questa occasione ma anche in un viaggio che ho fatto con “il treno della Memoria”. Spesso ci crediamo diversi, magari addirittura migliori, ma dobbiamo ricordare che ciò che sta oggi sta accadendo a molte persone che migrano un domani potrebbe accadere a noi. Il valore dell’uguaglianza mi fa capire che c’è ancora speranza nelle persone ed essa può tramutarsi in qualcosa di positivo».
Tesser Mattia e Zaninetti Rebecca, quinta A