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Addio madre Cànopi, donna del Vangelo, dell’ascolto e dell’agàpe

Un mazzo di rose bianche adagiato sulla bara, un ritratto sorridente della madre Anna Maria con lo sguardo rapito verso l’alto, i canti celestiali intonati dalle sue monache, una piccola moltitudine di sacerdoti, religiosi e laici che hanno atteso prima con il Rosario e poi con un commosso silenzio l’inizio delle esequie (qui una galleria fotografica). Madre Cànopi, deceduta giovedì scorso, è stata salutata stamane nella basilica di Orta San Giulio in un’atmosfera di forte spiritualità nel funerale presieduto dal vescovo mons. Franco Giulio Brambilla e concelebrato da quattro vescovi (mons. Franco Lovignana di Aosta, i vescovi emeriti di Cuneo mons. Giuseppe Cavallotto e di Ferrara Paolo Rabitti), i due abati benedettini olivetani dom Michelangelo Riccardo Tiribilli e Valerio Cattana e circa 80 fra sacerdoti e religiosi nella basilica stipata di San Giulio, alla presenza di oltre un centinaio di monache fra le 70 dell’abbazia Mater Ecclesiae e le altre decine provenienti dall’abbazia di Sant’Oyen in Val d’Aosta guidate dalla badessa Maria Agnese Tagliabue e dal priorato di Fossano.

«Tutta la sua vita è stata una risposta alla chiamata» ha esordito la badessa madre Maria Grazia, ricordando come la fondatrice sia spirata nel giorno della festa del Transito di san Benedetto, «una festa che Lei ha amato molto», e come l’ultimo saluto avvenga nel giorno dell’Annunciazione, secondo il sì mariano Fiat mihi secundum Verbum tuum, «sia fatto di me secondo la tua parola» che ha contraddistinto i suoi 56 anni di professione religiosa e i 45 di abbaziato.

«Donna del Vangelo, dell’ascolto e della carità» l’ha definita il vescovo nell’omelia composta sugli stessi scritti della madre Anna Maria, disseminati in un centinaio di libri e innumerevoli saggi e articoli. Il Vescovo, che aveva già steso un testo che ne tratteggiava il profilo spirituale appena dopo la sua morte, ha raccontato come proprio un anno fa, quando la madre già non stava bene, si fosse reso conto in un colloquio con lei che non era ancora giunta l’ora di congedarsi. «Aveva ancora nel cuore l’ultima pressante carità: quella di passare il testimone – ha detto – perché il grande sogno che aveva cullato e cresciuto qui sull’Isola potesse continuare. Il giorno 9 novembre dello scorso anno, dopo quarantacinque anni, saliva al cielo la fumata bianca, che annunciava l’elezione della nuova Madre. In prima fila, anche Madre Anna Maria, aveva deposto il suo voto. E il suo sorriso s’era sciolto, pronto a ritirarsi sul Tabor». Dopo appena sei settimane dalla benedizione abbaziale della nuova badessa che aveva seguito dal monastero, lo scorso 10 febbraio, madre Cànopi ha pronunciato il suo Nunc dimittis: «ora puoi lasciare Signore che la tua serva vada in pace» (Lc 2,29).

Donna del Vangelo, ha indicato il Vescovo: «Nella nostra epoca – scriveva la Madre – si sente forte il bisogno di molte persone disponibili, pronte a dire «eccomi» al Signore, per metterlo al centro della propria vita e per dedicarsi con generoso impegno a farlo conoscere anche a quelli – e sono tanti! – che vivono ancora come se non ci fosse». Donna dell’ascolto e del primato della Parola: «La vocazione monastica mi si è rivelata proprio attraverso le Sacre Scritture ed è maturata alimentandosi ad esse. Non poteva esserci ambiente più adatto del monastero per continuare l’appassionata ricerca di Dio coltivando la Parola. Questa è infatti il pane quotidiano, l’elemento base della formazione alla vita spirituale, di comunione con Dio». Donna dell’agàpe, come si vedeva stamane dalla grandissima partecipazione dei fedeli: «È necessario che in ogni epoca – diceva – vi siano degli innamorati di Dio, dei “folli di Dio” capaci di imitare la stessa follia divina nell’oblatività dell’amore e quindi capaci di contagiare gli altri e suscitare schiere di uomini e donne veramente spirituali – guidati dallo Spirito Santo – protesi a costruire il Regno «ricuperando l’uomo a se stesso», come diceva Paolo VI, e trasfigurando tutte le realtà di questo mondo».

Moltissimi i fedeli presenti fra gli oblati laici che frequentano la basilica, i sindaci del Cusio, il viceprefetto Claudio Ventrice, la presidente dell’ospedale pediatrico Bambin Gesù Mariella Enoc, il priore emerito della Comunità di Bose padre Enzo Bianchi. La nipote della Madre e il fondatore del Sermig Ernesto Oliviero hanno letto alla fine delle esequie un ricordo della sua vita interamente dedita alla preghiera e al servizio. La maggior parte hanno seguito la tumulazione nel cimitero di San Filiberto, dove la madre Anna Maria è stata salutata ancora una volta dalle voci delle sue figlie spirituali in un clima di forte commozione.

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Manuela Borraccino: