Oggi, martedì 19 marzo, è stata data esecuzione alla misura di espulsione dall’Italia, per motivi di ordine pubblico e sicurezza dello Stato, misura disposta dal Ministro dell’Interno con proprio decreto, nei confronti di un cittadino di nazionalità marocchina, H.D.R. le sue iniziali, di 35 anni.
La misura è stata adottata dal Ministro dell’Interno a seguito di un’estesa e complessa attività info-investigativa operata dalla Digos di Novara nei confronti dell’uomo, un’attività eseguita tra gli inizi del 2017 e la fine del 2018 e che ha evidenziato come il 35enne, «già attestato – riporta una nota della Questura – su posizioni religiose assolutiste di natura autoreferenziale e tendenzialmente salafita, a partire dal 2014, ha effettuato un prolungato percorso di soggiorni all’estero, nelle aree prossime alle zone in cui si registrava l’aspro conflitto con la compagine terroristica del Daesh, ritornando in Italia solo agli inizi del 2017, connotato da una ancora più rigorosa e intransigente impronta teologica, di natura segnatamente ultrasalafita – e di fatto fondamentalista – totalmente chiusa ad ogni confronto ed espressamente ostile nei confronti dei non-musulmani».
Pochi mesi dopo il suo ritorno in Italia, il 35enne ha effettuato un ulteriore prolungato soggiorno in Marocco, protrattosi fino alla seconda metà del 2017, ritornando infine nel dicembre di quell’anno in Italia per assumere il ruolo di Imam del Centro Culturale islamico di Vercelli. «Tuttavia la visione reazionaria e assolutista della propria religione lo ha portato, dopo un periodo di evidente dissimulazione dei propri reali propositi, a manifestare intenti di natura salafita – come accertato anche dalla Digos di Vercelli, che, durante il periodo di permanenza in quel capoluogo, ha efficacemente collaborato con la Digos di Novara nelle attività investigative. Intenti, questi, prossimi al radicalismo islamico tanto evidenti da indurre tutti gli esponenti del Centro culturale islamico di Vercelli – anche quelli di fede più ortodossa, che in un primo tempo lo avevano sostenuto – a contestarlo, arrivando infine ad allontanarlo dal centro, che, nella visione “strategica” del 35enne, avrebbe dovuto essere trasformato in un luogo di indottrinamento e proselitismo di natura ultra-salafita, in chiave anti-occidentale».
Le vicende del proprio allontanamento dal centro culturale vercellese hanno portato il 35enne a «una situazione psichica di tipo paranoide, inducendolo ad abbandonare repentinamente il territorio nazionale nella prima parte dell’estate 2017 per riparare temporaneamente nel Paese d’origine, da cui ha fatto infine rientro in Italia soltanto alcuni giorni or sono». L’esito delle attività info-investigative, avendo denotato nel 35enne «una persona potenzialmente pericolosa, in quanto portata a manifestare e diffondere spinte antisociali», sono culminate nell’emissione del decreto di espulsione. Il 35enne è stato rintracciato dopo il rientro in Italia, in un controllo di routine effettuato dalla Polfer di Novara e accompagnato all’aeroporto di Malpensa per il rimpatrio.