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Partito Democratico, Ferrari e Rossi: «non partecipiamo a consultazioni che riteniamo fuori dalle regole»

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Situazione ingarbugliata, a pochi mesi dalle elezioni regionali, all’interno del Partito democratico novarese. Mercoledì sera la direzione provinciale ha votato un ordine del giorno (13 voti a favore, 7 contrari e 2 astenuti), che prevede delle ‘consultazioni’ per scegliere i candidati. Un ordine del giorno, a quanto risulta, suggerito dall’ex presidente della Provincia di Novara, Matteo Besozzi, e sostenuto, tra gli altri, da Giuliana Manica, Giuseppe Genoni, Sara Paladini e Franca Biondelli. Un documento che vuole che le consultazioni vengano svolte solo tra gli iscritti (fossero state ‘primarie’, sarebbero state, invece, aperte a tutti), che i risultati vengano inviati alla direzione regionale come indicazione del provinciale, che sia garantita la parità di genere; consultazioni che, se passasse questa situazione, si terrebbero il 21 e 22 marzo e richiederebbero entro lunedì 18, alle 12, la presentazione delle candidature.

Una situazione che rappresenta un caso unico e anomalo in Piemonte, dal momento che in tutte le altre province è stata confermata la candidatura dei consiglieri uscenti, mentre nel capoluogo gaudenziano, alla direzione provinciale, è stato bocciato un ordine del giorno che garantiva la candidatura ai due uscenti, ossia all’assessore alle Politiche sociali, Augusto Ferrari, e al consigliere Domenico Rossi (documento firmato da Elena Ferrara, Rossano Pirovano, Mariangela Ferrara e Gill Castaldelli) e terzo posto in lista per una donna da individuare sul territorio, in provincia, essendo Ferrari e Rossi di Novara città. Qualcosa, la votazione del documento che richiede ‘consultazioni’, che ha creato non pochi problemi, quasi come si volesse estromettere due rappresentanti del Pd che, in questi cinque anni di mandato, hanno fatto bene. Ma già giovedì mattina c’è stata una significativa risposta da parte di ben 17 presidenti di circoli del Pd (su 22): hanno firmato un documento da mandare alla segreteria regionale, documento nel quale riferiranno di non voler organizzare alcun tipo di consultazione. I 17 circoli evidenziano come una scelta di questo genere sia un grave errore, che nuoce al Partito. «La vera valutazione da fare è quali persone sul nostro territorio possono rappresentare un valore aggiunto al partito, cioè possono portare consenso e voti al partito… Mettere in discussione adesso gli uscenti significa disconoscere il loro ottimo lavoro e fare danni incalcolabili al Partito democratico novarese in nome di un metodo democratico di scelta anomalo e che si utilizza per la prima volta».

E nel pomeriggio di venerdì è giunta anche la risposta dei due consiglieri uscenti, che hanno indetto una conferenza stampa alla sede del Pd. «Quanto è successo è un fatto molto grave, senza alcun precedente – hanno riferito entrambi – e per questa ragione va detto e per questo abbiamo promosso questo incontro». Entrambi, pur dicendosi disponibili a ricandidarsi alla Regione secondo la norma per cui gli uscenti vengono ripresentati, hanno ribadito che non si candideranno ad alcun tipo di consultazione, come quella prevista dall’ordine del giorno approvato e poi disconosciuto dalla maggioranza dei Circoli «in quanto è contro ogni tipo di regola. Riteniamo sia giusto che le candidature siano contese, ma allora è corretto che si proceda a primarie aperte a tutti, ma questo secondo i modi e le regole previste. Le primarie vere, quelle volute da tempo dal Partito democratico, le avremmo senz’ombra di dubbio accettate. Se qualcuno vuol candidarsi è sufficiente lo dica». Ferrari: «Abbiamo concordato, con Mimmo, di parlare, perché è successo qualcosa che non ha senso. Vogliamo dire alcune cose che ci stanno a cuore, anche perché siamo davanti a un fatto senza precedenti. Non ricordo una situazione come quella che sta avvenendo in queste ore. Viene presa una decisione a maggioranza nella direzione provinciale e poi 17 circoli su 22 esprimono pubblicamente la contrarietà a quella decisione, indicandola come sbagliata per il bene del partito. Un ‘no’ autonomo e spontaneo, non certo spinto da noi, un ‘no’ arrivato nel giro di poche ore e che, adesso, è diventato un fatto politico. Hanno dato vita a tutto questo per arrivare alla candidatura di Besozzi. Ma perché? Che un personaggio di peso e importante per il Pd come l’ex presidente della Provincia abbia ambizioni è del tutto legittimo, ma occorre che lo dica chiaramente e che poi negli organi preposti se ne discuta. Se poi si vuole derogare all’alternanza di genere, si può fare, ma appunto necessita che venga detto con chiarezza». E ancora: «ribadisco la mia disponibilità a ricandidarmi nelle liste del Pd, lo ritengo doveroso dopo il primo mandato, per il presidente Sergio Chiamparino e per il Pd novarese, che mi ha sostenuto. La ritiro solo se la direzione provinciale dirà che sono inadatto, se mi dovesse dire così, io farò un passo indietro. Certo non mi presenterò alle ‘consultazioni’ così promosse».

Domenico Rossi: «Una cosa del genere si è registrata solo a Novara, mentre in tutto il resto del Piemonte, il Pd non solo ha ricandidato tutti gli uscenti, ma ha anche avanzato alcune deroghe al proprio regolamento, per consentire una quarta candidatura. Questa modalità votata dalla direzione provinciale, e poi disconosciuta dai circoli, è una modalità che porta a giocare coi dadi truccati. Io così non gioco. Ci è stato detto che io e Augusto avremmo paura del confronto. Per nessuno dei due è così. E’ una consultazione, si vince e si perde. E comunque, alle scorse regionali, Augusto ha raccolto 6.200 preferenze, io 5.300. Non sono risultati da poco. Ma c’è una cosa che mi ha ferito, mercoledì sera. Il silenzio di quanti hanno votato per l’odg per le consultazioni. Possono benissimo sostenere che sia io sia Augusto non meritiamo la riconferma perché abbiamo fatto male, ma allora lo spieghino. E comunque in questi cinque anni non ci è arrivato alcun appunto da nessun rappresentante del Pd, anzi ci è sempre stato detto di aver svolto un buon lavoro. Hanno invece taciuto, non han detto una parola. In poco meno di 40 minuti hanno votato questo odg, mettendo sotto accusa la stessa giunta Chiamparino. Sono state violate le regole minime di convivenza civile e di etica, sembra di giocare coi dadi truccati». In conclusione, stando ai due consiglieri regionali uscenti (Ferrari è anche assessore), sono state violate le norme che regolano l’attività del Pd, il regolamento del 2014, che prevede primarie per una serie di posti, incluso il consiglio regionale, ma da tenersi entro il 28 febbraio; e le norme assunte sabato scorso che prevedono primarie aperte a tutti.

Cosa fare, dunque? «Si ammetta che è stato commesso un errore e si prendano le dovute decisioni. Così come adesso certamente non si può andare a votare. Andiamo a scegliere i candidati con solo 5 circoli?».

Monica Curino: