Il Progetto di prevenzione del gioco d’azzardo patologico (GAP) nelle scuole è stato avviato su due istituti novaresi durante l’anno scolastico 2017 – 2018. Gli istituti coinvolti sono stati l’Ipsia Bellini e l’Itis Fauser di Novara. L’iniziativa è stata promossa dall’Ufficio Istruzione della Provincia di Novara e realizzata dall’Associazione Contorno Viola, grazie al contributo della Fondazione Comunità Novarese Onlus.
«A nome dell’Amministrazione Provinciale – commenta Andrea Crivelli, oggi Consigliere delegato all’Istruzione della Provincia – ringrazio la Fondazione Comunità Novarese che ha finanziato questo progetto nelle scuole superiori. Si tratta di un tema su cui sensibilizzare i nostri ragazzi, sin da giovanissimi, specie in quelle situazioni di particolare fragilità e disagio che li rendono maggiormente esposti a pericoli e soluzioni del tutto illusorie. E’ particolarmente importante portare nelle scuole l’attività educativa della “peer education” che crea presidi efficaci di prevenzione utilizzando le risorse umane. Mi auguro che il progetto possa proseguire e svilupparsi ulteriormente e assicuro il nostro impegno».
Dello stesso avviso Milù Allegra, ex Consigliera delegata all’Istruzione in Provincia che aveva dato avvio al progetto: «La speranza – dice – è che questa sia solo un’esperienza pilota e che si possa ripetere e ampliare il progetto, grazie anche al sostegno della Fondazione Comunità Novarese. La metodologia della “peer education” rende i ragazzi “cinghia di trasmissione” di contenuti verso i loro pari così da rendere l’azione, con la regia di Contorno Viola, più efficace. Sarebbe davvero utile la trasmissione di questi concetti e questi contenuti, in maniera capillare, in tutti gli istituti del territorio».
Nell’ultimo decennio, nel nostro Paese si è registrata una crescita pronunciata del gioco d’azzardo con la conseguenza dell’incremento dei giocatori problematici e patologici nell’ordine di un milione di soggetti. Gli studi di ricerca sviluppati in questo ambito indicano, inoltre, che nonostante il gioco sia vietato ai minori, sempre più ragazzi sono oggi “vittime” di queste cattive abitudini.
«Si può dire – commenta il Presidente FCN Cesare Ponti – che il gioco d’azzardo patologico sia un po’ la dipendenza del Terzo Millennio; quella a cui rischiano di andare incontro molti giovani d’oggi. L’abuso di videogiochi e giochi, facilitato anche dall’utilizzo senza limiti di Internet, è in vertiginoso aumento. Tutto comincia come un divertimento, un passatempo e poi la situazione sfugge di mano. Da indagini condotte dal Centro Nazionale Ricerche e diffuse la scorsa estate, risulta che oltre 17 milioni di italiani gioca d’azzardo almeno una volta l’anno. Fra questi si contano oltre un milione di studenti tra i 15 e i 19 anni mentre i minori che in Italia, nel 2017, hanno giocato d’azzardo sono circa 580.000. Dati allarmanti che non si possono trascurare e che confermano l’importanza di interventi diretti applicati nelle scuole, come il progetto di cui andiamo oggi a presentare i risultati».
L’Associazione Contorno Viola ha sviluppato, da diversi anni, un approccio alla prevenzione dei comportamenti a rischio basato sulla Peer&Media Education; strategia di intervento che utilizza le abilità comunicative dei ragazzi in favore dei loro pari. In particolare, in ambito scolastico, gli studenti seguono un breve corso di formazione per peer educator e, una volta completato il percorso, svolgono interventi di formazione nei gruppi classe. Questa attività richiede, comunque, il sostegno attivo dei docenti degli istituti coinvolti, a loro volta formati per trattare le tematiche connesse ai comportamenti a rischio.
Nell’ambito del contrasto al gioco d’azzardo patologico l’approccio della Peer&Media Education si caratterizza ad un doppio livello:
- da un lato intende destrutturare i messaggi pubblicitari che presentano il gioco d’azzardo patologico come un’attività in cui vincere è facile, evidenziando a livello statistico e matematico le scarsissime possibilità reali di vincita;
- dall’altro si propone di approfondire i meccanismi emotivi che spingono molte persone a giocare in modo eccessivo e dannoso fino a cadere in una vera e propria dipendenza.
Nell’ambito del progetto, nei primi mesi del 2018, sono state contattate le scuole e avviati i due corsi di formazione dedicati ad insegnanti e studenti. I primi hanno partecipato a due incontri durante l’anno scolastico 2017-2018 completando la formazione a ottobre mentre i ragazzi hanno seguito tre incontri formativi durante l’anno scolastico 2016-2017 e tre nell’anno successivo.
Al progetto, ha contribuito anche il Dipartimento Patologia delle Dipendenze Asl Novara i cui operatori hanno condotto uno degli incontri formativi con i docenti e uno con i candidati peer.
«L’Ambulatorio GAP (Gioco d’Azzardo Patologico) del Dipartimento Patologia delle Dipendenze Asl Novara – spiega Caterina Raimondi, Referente Ambulatorio GAP – ha attivamente collaborato con l’iniziativa, fornendo supporto nell’attività di supervisione dei contenuti relativi al gioco d’azzardo patologico, nell’ambito della formazione di giovani peer educators. Grazie al bagaglio esperienziale e professionale degli operatori GAP del territorio e nell’ottica di una più esaustiva e proficua sensibilizzazione sul problema è stato, altresì, formato un significativo gruppo di insegnanti nelle scuole».
Nel corso di queste attività è stato messo a punto un apposito Kit formativo condiviso tra insegnanti e peer educator che comprende le principali informazioni sul gioco d’azzardo patologico e sulle modalità di prevenzione dedicate ai ragazzi. Ai corsi formativi hanno partecipato, per i due istituti coinvolti, 9 insegnanti e 16 studenti che hanno completato la formazione di peer educator. Nei mesi di ottobre e novembre 2018 i docenti formati e i peer hanno, poi, svolto interventi di prevenzione (2 ore a cura dei peer e 2 a cura degli insegnanti) in tutte le cinque classi quarte del Bellini e in due del Fauser, coinvolgendo oltre 130 allievi.
Al termine degli interventi sono stati organizzati due momenti di feedback con insegnanti e peer al fine di valutare l’andamento e l’efficacia degli interventi nelle classi. Questi confronti hanno testimoniato che il gioco d’azzardo non è più un argomento di nicchia ma coinvolge direttamente molti ragazzi che abitualmente comprano, ad esempio, i Gratta&Vinci e/ o scommettono su eventi sportivi.
E’ emerso, inoltre, un dato interessante su una minoranza che gioca abitualmente al poker on line. La minore età non sembra, quindi, un problema infatti è sufficiente un amico diciottenne per superare tutte le limitazioni legali. Non sono mancate, inoltre, diverse testimonianze riguardanti amici, conoscenti o parenti con problematiche riferite al gioco “alle macchinette” VLT.
«Negli ultimi anni – commenta Andrea Gnemmi di Contorno Viola – l’industria del gioco d’azzardo ha saturato il mercato con offerte a 360 gradi e con la possibilità di giocare 24 ore su 24. Ricordiamo che, nel 2017, ogni novarese, senza considerare le possibilità on line, ha speso mediamente 1.400 euro nel gioco d’azzardo. Non possiamo, certo, pensare che i minori siano esenti da queste attrazioni: per questo è necessario aiutare i ragazzi a comprendere i rischi legati all’azzardo. Siamo convinti che gli interventi di questo progetto abbiano colto nel segno, garantendo ai ragazzi coinvolti (peer e studenti delle classi che hanno ricevuto gli interventi) la possibilità di un momento di riflessione dove rileggere questi fenomeni con nuovi strumenti critici per tutelarsi dalle insidie legate al gioco d’azzardo patologico».