Anche Novara aderisce all’iniziativa nazionale “L’Italia che resiste”, autoconvocazione di cittadini, cittadine e associazioni, per dar vita a una catena umana attorno agli edifici di tutti i Comuni italiani.
L’appuntamento si terrà sabato 2 febbraio, a partire dalle 14. Il ritrovo sarà in piazza Matteotti, davanti alla sede del Comune di Novara.
Una manifestazione promossa per il 2 febbraio, a pochi giorni dal Giorno della Memoria, perché, spiegano i promotori, «non vogliamo essere come quelli che prima e durante l’ultima guerra hanno fatto finta di non vedere quello che stava accadendo». Ad aderire all’evento associazioni, gruppi, cittadini. Tra chi aderisce, il Centro di solidarietà San Francesco alla Rizzottaglia onlus, realtà presieduta da Enrico Zaninetti. Un’adesione che il Centro spiega così: «anche noi vogliamo resistere alle scelte inumane di chi sta lasciando morire in mare chi fugge dalla fame, dalla povertà, dalle guerre, dalle persecuzioni; anche noi vogliamo opporci a chi istiga al razzismo, all’odio, alla xenofobia e all’indifferenza di fronte al dolore e alle tragedie di tanti nostri fratelli e sorelle in umanità; anche noi vogliamo contribuire a creare ponti e ad abbattere muri (papa Francesco)». Dal Centro di S. Francesco anche un appello alla partecipazione, un invito a coinvolgere tutti coloro «che avvertono l’esigenza di rimanere umani».
Sarà presente anche, con volontari e dipendenti, Liberazione e Speranza, realtà presieduta da Elia Impaloni, che si occupa di salvare donne vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale e che da diversi anni segue e dà un sostegno importante anche a donne vittime di violenza domestica. «Da 19 anni – spiegano in una nota – l’associazione è in prima linea per costruire una cultura dell’accoglienza nei confronti di tante persone che lasciano il proprio paese per costruirsi un futuro di speranza e libertà, anche se costrette lontane dalle proprie radici e dalla propria famiglia». «Crediamo – dice Impaloni – che il nostro Paese debba continuare ad essere un luogo accogliente per chi è costretto a lasciare la propria terra. Crediamo importante continuare a dire “sì” alle persone e “no” alla cultura della paura».
Saranno presenti poi la Cgil, il Partito democratico, Emergency, Anpi, Assopace e molte altre associazioni e realtà del territorio (le adesioni all’iniziativa sono in continua crescita). Si tratta di realtà impegnate da sempre nell’aiuto a persone in difficoltà. L’invito è a indossare qualcosa di rosso.