L’11 e il 12 ottobre si è tenuto a Varallo un importante seminario di studi specialistici, organizzato dalla scuola di dottorato: “Architettura, Storia e progetto” del Politecnico di Torino e dall’università ETH di Zurigo.
La prima giornata del seminario, svoltasi presso la sala conferenze di Casino d’Adda, al Sacro Monte di Varallo, è stata dedicata alla discussione di un tema che da anni è al centro di un acceso dibattito storiografico a livello internazionale: il concetto di “copia” nell’architettura di età moderna (XV-XVIII secolo), come veicolo di trasmissione di contenuti simbolici, identitari, sociali e devozionali, ma anche come strumento di propaganda politica e religiosa. Il Sacro Monte è stato il palcoscenico ideale per la giornata di studi, proprio perché la sua storia è intrinsecamente legata al concetto di “copia” architettonica: la “Hierusalem” di Bernardino Caimi, infatti, fu fondata nel 1491 per “copiare” alcuni dei monumenti più importanti di Terra Santa, con lo scopo di creare in suolo cattolico una meta di pellegrinaggio sostitutiva. Oltre a dottorandi e professori del Politecnico di Torino (Lorenzo Fecchio, Francesca Favaro e Edoardo Piccoli) e dell’ETH di Zurigo (Nikolaos Magouliotis, Cara Rachele e Marteen Delbeke), hanno preso parte, in veste di relatori, storici dell’arte e dell’architettura provenienti dall’Università di Toronto (Evonne Levy), dalla Ludwig-Maximilians-Universität di Monaco di Baviera (Erin Giffin) e dell’Università Federico II di Napoli (Emma Maglio).
Nella seconda giornata la Biblioteca Civica “Farinone Centa” ha accolto i partecipanti per la consultazione di un testimone documentario di grandissimo valore, conosciuto come “Libro dei Misteri”, un volume di 320 disegni redatto tra 1565 e 1572 da Galeazzo Alessi, che, in quel momento, era riconosciuto unanimemente come uno degli architetti più importanti al mondo. Il “Libro dei Misteri” illustra un radicale progetto di rinnovamento del Sacro Monte, attraverso la costruzione di 24 nuovi edifici, una piazza porticata, due porte monumentali e il restauro di dodici cappelle esistenti, per un totale di 42 scene interne, rappresentate con statue a tutto tondo. Il progetto fu realizzato soltanto in parte (furono iniziate dieci cappelle) ed abbandonato intorno al 1580 alla morte del suo committente, Giacomo d’Adda, un ricco imprenditore milanese con ambizioni politiche e economiche in Valsesia.
Nella restante parte della giornata i partecipanti, accompagnati da Lorenzo Fecchio e dalla direttrice del Sacro Monte Elena De Fillippis, hanno visitato il Sacro Monte di Varallo, approfondendo i temi affrontati nel corso del seminario.
L’iniziativa, appoggiata dall’Ente di Gestione dei Sacri Monte e dal Centro di Documentazione Sacri Monti (ATLAS), è stata un importante momento di condivisione e ricerca, uno strumento per la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio storico-artistico valsesiano.