Si divide il mondo del commercio sul tema delle aperture domenicali. Il 48 per cento degli imprenditori è favorevole alle chiusure come il disegno di legge del governo che propone di limitare le aperture ad un massimo di 12 all’anno. Il 35 invece non lo è mentre il 9% lo è in parte. Dati simili anche tra i lavoratori: il 56% vorrebbe non lavorare alla domenica e nei festivi, il 35% sì e il 9% in parte. Sono i dati del sondaggio realizzato dal Centro studi sul terziario del Piemonte Nord per conto dell’Ente Bilaterale Terziario Novara e Verbano Cusio Ossola, un organismo paritetico in cui sono rappresentate le aziende del commercio e del turismo e i sindacati di categoria. Daniele Testaverde della Cgil e Luca Trinchitella della Cisl sono convinti che siano «necessarie maggiori regole che vadano nella direzione di migliorare la qualità della vita e allo stesso tempo che vadano incontro alle esigenze lavorative. La liberalizzazione selvaggia di certo non aiuta in questo senso, ci vuole uno strumento di tutela. La proposta di legge a nostro avviso rientra nella conciliazione. I commercianti si dividono? In realtà se analizziamo bene i dati ci dicono che la maggior parte sono favorevoli alla chiusura. Questo vale di più per i piccoli commercianti che rispetto alla grande distribuzione hanno maggiori difficoltà di rotazione. La liberalizzazione non ha portato benefici, ci vuole pertanto del buon senso. Noi avevamo anche proposto le aperture a rotazione».
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