«Formare una coscienza cristiana», un senso di appartenenza alla Chiesa – «al sensus ecclesiae» – non come azione straordinaria, ma come elemento che si inserisce nel quotidiano cammino pastorale delle comunità. E’ questo il senso del “Seminario dei laici” proposto per il prossimo anno pastorale – ma con un programma che proseguirà per tre anni – dal vescovo Franco Giulio Brambilla nell’assemblea diocesana che si è tenuta ieri, 28 settembre, al Santuario di Boca.
Nell’incontro il vescovo – riprendendo alcune tematiche anticipate nell’intervista al nostro giornale in edicola questa settimana – ha presentato la sua ultima lettera pastorale “Li mandò a due a due”, dedicata proprio alla costruzione di una rinnovata corresponsabilità tra sacerdoti e laici, fondata su un percorso, o meglio «uno stato», di formazione permanente. Che non si traduce in un ciclo accademico per imparare tecniche o metodologie, piuttosto in un tempo per riscoprire la propria identità cristiana come relazione con il Signore e appartenenza ad una comunità che è chiesa se sa accogliere il Vangelo e trasmetterlo.
Il vescovo ha poi definito la struttura del Seminario dei laici, costituita in tre «cerchi»: «il primo più grande riguarda la formazione della coscienza cristiana come tale; il secondo intermedio che si riferisce alla formazione dei ministeri laicali esistenti e nuovi; il terzo più piccolo che si dedica alla formazione delle équipes pastorali».
Su diocesinovara.it ampi stralci dell’ultimo capitolo della lettera, che spiega proprio la fisionomia del Seminario dei laici.