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Chiude anche l’ultimo Gaudenzio. Lo hanno ammirato in 37.424. A Varallo, sino a fine settembre, resta il ponteggio che avvicina al “Paretone”

Cala il sipario definitivamente (o quasi) su “Il Rinascimento di Gaudenzio Ferrari”.
La grande esposizione, curata da Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa, si sviluppava si tre diverse sedi: Varallo Sesia, Vercelli e Novara. In queste due ultime si era chiusa il primo luglio, come da programma.
La sezione di Varallo invece, era stata soggetto di proroga sino al 16 settembre.
Ora la parola fine giunge anche per quest’ultima, salvo una importante appendice.
Chiusa la mostra in Pinacoteca, rimane attivo (sino al 14 ottobre) il ponteggio che in Santa Maria delle Grazie consente di ammirare da vicino il “Paretone”, capolavoro di Gaudenzio in Santa Maria delle Grazie e, aperta rimane, ovviamente, la visita al Sacro Monte con le sue magnifiche Cappelle gaudenziane.
“Il Rinascimento di Gaudenzio Ferrari” è stato un progetto promosso e sostenuto dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo della Regione Piemonte, con il sostegno della Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT, Fondazione Cariplo e la partnership di Intesa Sanpaolo. L’organizzazione era stata affidata all’Associazione Abbonamento Musei.it insieme al Comune e Pinacoteca di Varallo e ai Comuni di Novara e Vercelli.
Dopo la chiusura anche della sezione di Varallo, è tempo di bilanci definitivi. In queste settimane di proroga, ai 31.630 che avevano visitato le tre sezioni se ne sono aggiunti altri 5.794, portando così a 37.424 il bilancio finale dell’operazione.
Naturalmente altri piemontesi e turisti coglieranno l’occasione della permanenza del ponteggio in Santa Maria delle Grazie in questo ultimo scorcio di apertura, così come molti altri hanno colto la sollecitazione delle mostre per ammirare le testimonianze di Gaudenzio nelle tre città che hanno ospitato la mostra. Ma, poiché si trattava di sedi a libero accesso, questi visitatori non rientrano nel bilancio dell’esposizione.
La brillante performance della sezione varallese ha contribuito a potenziare il clima di grande soddisfazione con cui gli enti proponenti e gli sponsor hanno accolto i risultati di questo esperimento culturale. Che ha testato un modello di mostra diffusa che l’Assessore Parigi, che del progetto è stata appassionata proponete e sostenitrice, ha già indicato come “modello da ripetere”.

Paolo Usellini: