L’Artigianato? E’ una questione per giovani. Sono poco più di duemila le imprese artigiane giovanili, cioè quelle in cui il titolare o maggioranza dei soci, ha meno di 35 anni, nelle province del Piemonte Orientale (Vercellese, Novarese, Verbano Cusio Ossola); un dato interessante se si considera l’incidenza sociale, cioè il rapporto delle imprese giovani sulla popolazione residente con meno di 35 anni: in Piemonte ogni 10mila giovani residenti con meno di 35 anni, vi sono 98 imprese artigiane giovanili, ed è il miglior secondo risultato nazionale, dopo le 104 imprese registrate in Liguria.
«E’ un dato al quale guardiamo certamente con attenzione e soddisfazione» commenta Diego Pastore, presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confartigianato Imprese Piemonte Orientale. Analizzando il dato provinciale il Novarese stacca le altre due province: da solo vale il 50% delle imprese giovanili del territorio, mentre l’incidenza sociale è abbastanza uniforme attestandosi mediamente a 91 imprese giovani ogni diecimila abitanti con meno di 35 anni, dato poco discosto dal livello regionale. «I giovani guardano all’artigianato come a una vera occasione per creare lavoro, impresa ma soprattutto per dare concretezza alle proprie aspirazioni» spiega Diego Pastore «Come associazione siamo impegnati a dare solidità e concrete opportunità a queste aspirazioni con percorsi di avvicinamento in modo responsabile al fare impresa, informando sulle opportunità di credito alle imprese, di lavoro e di fare associazione». Un artigianato a forte trazione giovanile si accompagna a una disposizione all’accoglienza di giovani in stage, in tirocini e in alternanza scuola lavoro: «Se l’11,9% delle imprese italiane si dichiara propenso ad accogliere giovani in alternanza scuola lavoro» prosegue il presidente Pastore, richiamando i dati della recente convention nazionale dei Giovani artigiani «in Piemonte tale disponibilità sale al 14,5% che è anche il dato medio delle imprese con dipendenti del Piemonte Orientale, ancora con il Novarese in primo piano con il 16,5% di imprese disponibili, due punti percentuali sopra il dato regionale».
«Va migliorato, reso più fluido e meno oneroso sotto tutti ii punti di vista, per le imprese e i giovani, il rapporto fra scuola e impresa, fra mondo del sapere e mondo del saper fare» afferma Pastore «La norma cosiddetta ‘Buona scuola’ ancorché andare nell’auspicata direzione di intensificare questo dialogo ha ancora troppo complessità e burocratismi che frenano questa potenzialità, ancorché essere obbligatoria e dal prossimo anno indispensabile per l’ammissione all’esame di maturità». «Proprio per questo, chiediamo una semplificazione di questi meccanismi, meno burocrazia, più facilità di rapporti; i giovani possono essere una vera risorsa e i tirocini in azienda possono veramente essere utili per l’educazione degli imprenditori e dei cittadini di domani, ma con meno vincoli e burocratismi» chiede il presidente Pastore. Ad oggi, ad esempio, sono quattrocentosedici i soggetti iscritti nel Registro dell’alternanza, tenuto da Unioncamere «Un numero importante ma ancora basso rispetto alle potenzialità. Come Confartigianato, con la nostra società di servizi, siamo stati fra i primi in Italia a iscriverci al registro, e invitiamo le imprese interessate al percorso dell’alternanza a farlo a loro volta». Un aspetto importantissimo è quello dell’orientamento: «Ogni anno incontriamo gli allievi degli ultimi anni delle scuole secondarie di primo grado» spiega Pastore «ed è una attività che da sempre Confartigianato propone, in unione con i giovani artigiani ma anche con la grande esperienza dei nostri pensionati artigiani, per dare ai giovani indicazioni e risposte alle loro domande, e sono tante, rispetto a un futuro lavorativo che appare sempre più incerto”.