La Società di Incoraggiamento allo Studio del Disegno e di Conservazione delle Opere d’Arte in Valsesia – ONLUS domenica 3 giugno, a Palazzo dei Musei, nel prestigioso Salone dell’Incoraggiamento, ha organizzato la presentazione del volume Sculture in Valsesia Opere scelte della Pinacoteca di Varallo, curato da Marco Tanzi, collegato alla mostra di opere di scultura lapidea e lignea esposte nel salone e nella sacrestia della ex chiesa di San Carlo, che nel periodo della Mostra di Gaudenzio, ospita le opere di Tanzio da Varallo.
Il presidente, Mario Remogna, ha accolto il pubblico sottolineando la contemporanea presenza di ben due mostre importanti in Pinacoteca: Gaudenzio e la scultura lignea e lapidea, rese possibili grazie all’impegno della Direttrice Carla Falcone, che può avvalersi di collaboratori colti e preparati. La mostra delle sculture, spazianti cronologicamente dal XVI al XVIII secolo – un evento piuttosto insolito, ma pienamente giustificabile per Varallo, che ha ospitato per secoli la fabbrica del Sacro Monte e poi nel XIX secolo vantò una prestigiosa scuola d’intaglio e scultura, fondata e donata dai Marchesi di Barolo, che avrebbe formato artisti e artigiani validissimi – è stata resa possibile grazie al contributo della Fondazione Banca Popolare di Novara per il territorio, rappresentata da Cesare Ponti, mentre il catalogo è stato realizzato grazie alla generosità di Donatella e Savino Rizzio, che hanno anche donato alla Pinacoteca un pezzo importante: una Madonna con il Bambino di intagliatore valsesiano, risalente all’ultimo decennio del XV secolo – inizio XVI, in legno di noce intagliato e dipinto. Remogna ha poi ricordato l’altra importante donazione di sei sculture lignee, fatta dal Professor Filippo Maria Ferro, psichiatra di origine novarese, che vive a Roma ed è uno dei più sensibili ed appassionati conoscitori dell’arte valsesiana.
Dopo l’intervento di Savino Rizzio, che ha sottolineato l’amore di Donatella per l’arte valsesiana e dell’Assessore Alessandro Dealberto, che ha portato il saluto dell’Amministrazione Comunale, ringraziando la Pinacoteca, protagonista di una stagione straordinaria per la città di Varallo, alimentata da funzionari capaci, coadiuvati da molti volontari, è intervenuta la Direttrice Carla Falcone, illustrando le ricche ed importanti raccolte di sculture della Pinacoteca di Varallo raggruppabili in tre nuclei principali: le opere provenienti dal territorio, quelle che arrivano dal Sacro Monte e quelle che sono invece frutto di donazioni, e ha letto uno scritto inviato dal Professor Filippo Maria Ferro in occasione della presentazione del volume, dove si complimenta per la valorizzazione delle opere descritte in schede raffinate.
Massimiliano Caldera, funzionario preposto alla tutela del territorio, della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli, presentando il volume, ha messo in luce come nel Piemonte Orientale ci sia una vera attenzione e cura nei confronti dei beni culturali e capacità di collaborazione tra istituzioni diverse: “Il mecenatismo verso la Pinacoteca la dice lunga sulla qualità del lavoro fatto negli ultimi quindici anni”, Caldera ha ricordato che questo catalogo, non solo presenta le nuove acquisizioni, ma riporta all’attenzione opere che erano conservate nei depositi, inserendole in un percorso organico e coerente, approfondisce il discorso su opere già ampiamente conosciute e studiate, che acquistano nuova luce, come il tabernacolo analizzato mirabilmente da Patrizia Zambrano. “Si avvertiva da tempo la necessità di aggiornare il volume di Stefania Stefani Perrone sulla scultura lignea valsesiana, alla luce delle nuove ricerche sul differente ruolo della scultura lignea nell’area lombarda, portate avanti a partire dagli anni Ottanta”: Caldera ha esemplificato le sue affermazioni parlando della scheda dedicata alla Pietra dell’Unzione, curata da Marco Albertario, e della scheda del Cristo flagellato, curata da Rossana Sacchi, che ha anche un’appendice dedicata a due statue lignee passate recentemente sul mercato antiquario milanese, opera dello stesso Giovanni Battista da Corbetta. Le schede del volume restituiscono anche un ruolo importante e centrale nell’arte valsesiana ad Alagna, crocevia di passaggi tra Milano e la Valle d’Aosta, facendo emergere un’attenzione di tipo filo-lombardo, che finora era rimasta sottotraccia.
Da ultimo ha preso la parola il curatore del volume, Marco Tanzi, che ha spiegato come sia nato il ristretto numero di studiosi – Marco Albertario, Paola Angeleri, Carla Falcone, Monica Ibsen, Silvia Piretta, Rossana Sacchi, Marco Tanzi, Patrizia Zambrano – diversi per formazione e ambiente di lavoro, e interessi di studio, equamente divisi tra musei storici e università, ma uniti da un forte spirito di collaborazione, alieni da qualsiasi personalismo, che hanno lavorato celermente e serenamente, adottando ciascuno le proprie metodologie di studio ed utilizzando le rispettive competenze, definendolo: “Un gruppo di amici” che: “Ha allestito una mostra di servizio, lavorando per qualcosa che apra la strada verso nuovi studi, perché i giovani possano andare oltre”, ringraziando per la presenza lo storico dell’arte Paolo Venturoli: “Apripista di questa rinnovata attenzione che ha portato a vedere la scultura lignea in modo diverso”.
Durante la visita alla mostra, Caldera ha suggerito di cominciare a pensare ad una mostra sugli Scarognini D’Adda Salvaterra e Patrizia Zambrano ha ricordato che il tabernacolo, il Seminario con la chiesa di San Gerolamo, il palazzo e le collezioni della famiglia D’Adda a Varallo, sono proprio oggetto di una campagna di ricerche, che verranno prossimamente pubblicate.
La mostra sarà visitabile fino al 16 settembre e il volume è disponibile in Pinacoteca ed è già consultabile in Biblioteca.
Piera Mazzone