Arialdo Catenazzi e Luca Giovanella verbanesi dell’anno

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Da sinistra Pier Giorgio Varini, Luca Giovanella, Arialdo Catenazzi e Silvia Marchionini
Da sinistra Pier Giorgio Varini, Luca Giovanella, Arialdo Catenazzi e Silvia Marchionini
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Martedì 8 maggio a Villa Giulia a Verbania, in occasione dei festeggiamenti patronali di San Vittore, sono state consegnate le benemerenze cittadine.

«Quest’anno abbiamo fatto una scelta particolare, un salto nel tempo. Diamo un riconoscimento ad un pezzo di storia passata e pur sempre presente della nostra città, come lo è Arialdo Catenazzi; e ad un pezzo di storia che potremmo definire di presente futuro come il dottor Luca Giovanella». Con queste parole il presidente del Consiglio comunale di Verbania, Pier Giorgio Varini, ha introdotto la cerimonia.

Il pubblico presente in sala a Villa Giulia
Il pubblico presente in sala a Villa Giulia

Insieme al sindaco Silvia Marchionini e di fronte ad una folta platea, il presidente Varini ha letto le motivazioni dei riconoscimenti. Giovanella, originario di Suna e oggi residente a Ginevra, è per Verbania motivo di orgoglio per la sua attività scientifica come endocrinologo di fama internazionale e per il suo impegno nel volontariato speso nei decenni scorsi nella Croce rossa della città.

La consegna della benemerenza a Luca Giovanella
La consegna della benemerenza a Luca Giovanella

A sua volta Catenazzi, 92 anni da compiere a breve, nato nei pressi di Genova, ma intrese di adozione fin dalla tenera età, è stato insignito per la sua attività nelle fila della Resistenza e per l’impegno profuso a favore dell’Anpi Verbania, di cui oggi è presidente. Coraggio, impegno e testimonianza sono i tratti salienti della sua persona ricordati dal sindaco.

La consegna della benemerenza ad Arialdo Catenazzi
La consegna della benemerenza ad Arialdo Catenazzi

Con lucidità e garbo Arialdo Catenazzi ha intrattenuto i presenti, racontando alcuni episodi che lo videro – allora diciassettenne studente del Cobianchi – protagonista insieme ad altri giovani negli anni della guerra civile. Un racconto, il suo, che pur riferendosi a momenti tremendi della storia del nostro Paese – dove fame e freddo erano compagni di giornata – ha saputo strappare più di un sorriso.

Al termine, un lungo e scrosciante applauso ha accompagnato la consegna ufficiale delle benemerenze ad entrambi gli insigniti.