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Messa Crismale, Brambilla: «Formazione, unica scelta pastorale per il prossimo anno»

Il vescovo Franco Giulio Brambilla ha celebrato oggi 29 marzo, la messa crismale nella quale sono stati consacrati gli oli sacri e i sacerdoti diocesani – che hanno gremito la cattedrale – hanno rinnovato le promesse sacerdotali.

Quello proposto dal vescovo è un percorso – scandito nei tempi e nei modi – con al centro la scelta pastorale più importante, anzi «l’unica scelta pastorale» per il prossimo anno: l’impegno per la formazione come elemento chiave della «cura del Popolo di Dio»

«Avendo pregato e chiesto lumi allo Spirito santo  – ha detto il vescovo nell’omelia (su diocesinovara.it il testo integrale -, ho deciso di dirvi queste tre cose, che siano come luce per portare a compimento questo anno dedicato alle équipes pastorali e sognare i cammini di quello nuovo, che vorrei fosse incentrato su una vasta opera di formazione e di cura del popolo santo di Dio. Oggi ne delineo solo le tre piste essenziali, che poi svolgeremo ulteriormente nella preparazione al nuovo anno pastorale».

La prima, è una revisione del cammino sin qui fatto nelle UPM: «Un tempo disteso per mettere a tema l’insieme del cammino pastorale delle parrocchie nel contesto delle UPM», da mettere in calendario già prima dell’estate, per essere pronti a partire in settembre.

Poi la definizione del Seminario dei laici: lo spazio di formazione sulla via della corresponsabilità delineato dal Sinodo diocesano. Su tre livelli, tre stanze: la prima è quella della «Parrocchia nell’UPM, che deve tornare ad essere luogo che privilegia la formazione e tutti i gesti pastorali che la promuovono».

La seconda è il Vicariato: «prevedo di stendere un percorso triennale di crescita spirituale e pastorale per tutti i membri dei Consigli Pastorali Parrocchiali e dei Consigli Affari Economici, che vi potranno partecipare ciascuno almeno per un anno». Ultima stanza  «consiste in un tempo e un luogo per i membri delle équipes pastorali, perché nel triennio ciascuno possa partecipare almeno per un anno a un percorso di formazione specifica».

Un percorso, quello disegnato da Brambilla, che non può prescindere – ed è la terza delle tre piste essenziali – dalla «cura della vita spirituale del sacerdote».

«Non c’è nessuna cura del popolo di Dio che non s’accompagni insieme alla cura di sé, del prete e del presbiterio. La cura di sé è lo specchio in cui si riflette la cura che abbiamo per la nostra gente. E la gente ama il suo prete, talvolta anche gli perdona le debolezze, talaltra lo ammira, ma è necessario che egli sappia anche proporsi come umile esempio di testimone da imitare».

 

Andrea Gilardoni: