L’episodio che ha visto l’aggressione di un medico della Guardia medica di Novara da parte di un paziente ha portato l’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri della provincia di Novara, il dott. Federico D’Andrea, a prendere posizione a tutela della sicurezza dei colleghi.
«Siamo stati chiamati a intervenire dai sanitari della Guardia medica, che attraverso l’Ordine vogliono esprimere il loro disagio e la loro preoccupazione – spiega D’Andrea – L’aggressione dell’altro giorno, di cui si sta occupando la Questura di Novara, a detta dei colleghi è solo l’ultimo di una serie di episodi che vedono i medici in balìa dei pazienti. La mancanza di sicurezza è dovuta al fatto che vi è sì una guardia giurata ma solo a partire dalle ore 22, mentre il turno feriale comincia alle 20. E al sabato e alla domenica o durante le festività, quando l’attività inizia al mattino, di giorno non c’è nessuno. E quando i medici sono chiamati a visite domiciliari, nessuna guardia di sicurezza li accompagna».
La Guardia medica ormai ha perso il suo ruolo istituzionale di organo che deve intervenire in casi di “urgenza indifferibile” per diventare una sorta di ambulatorio al quale in molti si rivolgono in modo inappropriato: ne fanno fede i numeri, che vedono afflussi anche di 250 pazienti di giorno e un’ottantina la notte.
«A fronte del sicuro impegno messo in campo dall’Asl, i medici di Guardia medica lamentano tuttavia una precarietà dovuta alla localizzazione del servizio, che a loro dire è inadeguata sia per la mole di lavoro che, anche, per la qualità degli interventi richiesti. In particolare, non c’è alcun filtro tra utenza e sanitari – conclude D’Andrea – Forse, tutto il servizio andrebbe ripensato, a vantaggio dei medici e degli utenti».