Ringraziamenti, saluti alla città e un tocco d’orgoglio per tutto quel che è stato fatto, ma senza riferimenti all’amministrazione comunale. Un commiato, apparentemente, senza stupore e con poche, anzi nessuna, smanceria da parte del sindaco e assessore alla cultura. Silenzio da parte della Fondazione Coccia che sarebbe la referente primaria. È la fotografia del post dimissioni che Renata Rapetti, direttrice o, meglio, ex direttrice del teatro Coccia, ha presentato nel corso della giornata di ieri
“Cari amici del Teatro Coccia, cari spettatori, caro pubblico di Novara – scrive in una nota diffusa dal Comune, la stessa Renata Rapetti – in questi cinque anni del mio impegno nella Direzione Artistica, anni in cui grazie alla Vostra partecipazione e soprattutto al Vostro crescente apprezzamento il Teatro Coccia è di molto cresciuto per varietà di rappresentazioni, coproduzioni con importanti realtà nazionali come il Festival dei due Mondi di Spoleto, numero di recite, numero di abbonati, numero di spettatori, siamo anche riusciti a portare avanti con successo la gran parte di un piano di risanamento economico. Il Teatro Coccia di Novara è riconosciuto oggi come un teatro innovativo e di qualità nel panorama teatrale italiano. Un mio ringraziamento particolare a chi mi è stato vicino soprattutto nei momenti di difficoltà con i suoi consigli ed i suoi incoraggiamenti. Un grazie di cuore all’avvocato Franco Zanetta, Presidente della Fondazione Banca Popolare di Novara. Un grazie anche a tutte le giornaliste e giornalisti che mi hanno seguito in questi cinque anni con attenzione e cura. Sento di dovere oggi a tutti Voi questi ringraziamenti, in quanto ho deciso, non senza dispiacere, di lasciare da oggi la guida del Teatro Coccia. Ho davanti a me alcune interessanti opportunità, alcune sfide se volete, con le quali mi piacerà cimentarmi. Un grazie ancora ed un saluto affettuoso a tutti”.
«Non sono dimissioni inaspettate – dice il sindaco che aveva difeso in passato la Rapetti, nominata nell’incarico dal centrosinistra – sapevo infatti che Renata Rapetti, con la quale mi ero confrontato, stava maturando questa decisione. Proprio lei mi ha rappresentato la sua voglia di chiudere un capitolo importante della sua vita professionale per aprirne uno nuovo, con una nuova esperienza lavorativa e professionale, dopo aver gestito con grande sforzo e in mezzo a molte difficoltà, le stagioni a Novara. La ringrazio per il lavoro svolto e le auguro buona fortuna per il prosieguo della sua carriera e della sua attività».
Ora dopo saluti e controsaluti, che suonano nel tono e nella forma, come di rito, è tempo di capire che cosa accadrò al vertice della direzione del Coccia. La Fondazione, che come accennato in apertura non ha manifestato formalmente alcuna posizione sulle dimissioni nonostante sia di fatto il referente primario della dimissionaria, avrà l’incarico di gestire la successione. Potrebbe non essere molto difficile da punto di vista pratico, ma sarà una bella sfida dal punto di vista del mantenimento della qualità dell’offerta e del livello manageriale che la Rapetti ha saputo mettere in atto nel corso degli ultimi anni.