Circolo dei Lettori di Novara al completo per la presentazione, martedì sera, della mostra fotografico documentaria “Il giovane Strehler. Da Novara al Piccolo Teatro”, ispirata all’omonimo libro della novarese Clarissa Egle Mambrini edito da Lampi di Stampa di Novara nel 2013. Un libro illuminante sul percorso di formazione dell’indimenticato maestro triestino fondatore del Piccolo Teatro di Milano, ma soprattutto per il focus sul suo poco conosciuto esordio registico novarese il 24 gennaio 1943, nella “casa Littoria” al fianco della Questura, con una pièce pirandelliana.
«E’ grazie a Stella Casiraghi, curatrice dell’edizione critica di molti inediti di Strehler – ha spiegato Mambrini – se ho cominciato a indagare tra archivi e documenti dimenticati per approfondire un periodo umano e professionale del maestro che al grande pubblico era ignoto, la sua formazione al prestigioso Teatro Filodrammatici di Milano, i primi passi da attore e la prima regia proprio a Novara. Ne è nato questo libro, che racconta anche la vivace realtà teatrale e culturale della città nella prima metà del Novecento, con documenti inediti, foto e ritagli di giornale».
«Il volume però – ha proseguito l’autrice – è uscito ormai 4 anni fa e nel frattempo con l’editore l’ho presentato in più di una occasione. Il riscontro è stato ottimo e ho pensato di proporlo in altra veste con una mostra ispirata alla mia ricerca e ho scelto il doppio anniversario, il 75° della “prima” regia e il 20° dalla scomparsa del maestro. E’ stato come riscrivere il libro daccapo». Ben impaginata e completa nei contenuti, la mostra è allestita nella sala Accademia del Broletto fino al 30 ottobre ed è stata realizzata anche grazie alla collaborazione con l’associazione Ri-Nascita e il Fai Giovani di Novara.
La presentazione è stata occasione per raccontare aneddoti e curiosità legati al periodo novarese di Strehler. Il critico Raul Capra ricorda la prima novarese («Uno dei momenti più magici che ho vissuto in teatro»), ma anche un memorabile monito del maestro: «In teatro siamo tutti bidelli!». Umberto Ceriani, attore al Piccolo, grande amico del maestro: «Quando pronunciava la parola teatro ti si apriva un mondo era come Galilei che parlava delle lune di Giove». Mariano Settembri infine ha proposto all’amministrazione «una doverosa targa a ricordo di quegli anni memorabili».