«Vergine madre, figlia del tuo figlio,/umile e alta più che creatura,/termine fisso d’etterno consiglio,/ tu se’ colei che l’umana natura/nobilitasti sì, che ‘l suo fattore/non disdegnò di farsi sua fattura. Nel ventre tuo si raccese l’amore/ per lo cui caldo ne l’etterna pace/così è germinato questo fiore». È l’inizio della preghiera di San Bernardo nel trentatreesimo canto del Paradiso di Dante, un compendio della devozione verso la Madre di Dio. Sono le parole che in questi giorni vengono cantate al pari dell’antifona gregoriana del “Tota Pulchra es Maria” in occasione della festa dell’Immacolata Concezione. Sono le parole che riaffiorano alla mente guardando il volto di Maria dipinto e scolpito in molteplici modi nelle nostre chiese. È la bellezza di uno sguardo che affascina e invita alla preghiera, come lo immaginarono agli inizi del Cinquecento i fratelli Cagnola nella chiesa di San Gaudenzio a Baceno. Un volto di una giovane madre che offre al mondo il Bambino Gesù.
- 7 anni ago
Redazione
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