Un amministratore laico, ma che senza pregiudizi e con una particolare sensibilità personale fondata su valori ineludibili, guardava alla società civile come alla comunità cristiana, per valorizzarne i rispettivi ruoli e usarli come fondamento di un progetto politico indirizzato al bene comune. È questo, in sintesi, il profilo dell’impegno di Enrico Nerviani, assessore comunale e regionale, ma anche figura di assoluto primo piano della vita politica del novarese degli ultimi 30 anni, scoparso lo scorso venerdì a 82 anni. L’azione amministrativa di Nerviani, ha toccato nel corso della sua carriera numerosi ambiti. Da iscritto alla Democrazia cristiana, divenne assessore con il sindaco Ezio Leonardi e poi Armando Riviera. Visse l’esperirenza della Margherita; poi fu candidato alla carica di sindaco con una sua lista. Partecipò anche alla costituente del partito democratico. I suoi principali campi di interesse sono stati l’ambito educativo, la cultura e la tutela e la valorizzazione del Patrimonio artistico. «Divenne assessore all’istruzione – dice Mario Agnesina, che ha condiviso una lunga parte del cammino politico di Nerviani – occupandosi anche dei dettagli, come dei lavori nelle scuole, che pure non sarebbero stati di sua competenza. Era stato professore di inglese e amava il suo ruolo di educatore e lo dimostrò quando volle fare il preside, nonostante una carriera politica avviata che poi lo condusse anche a fare l’assessore regionale». Da membro della giunta Beltrami e poi di quella Brizio, Nerviani ha forse lasciato la sua più rilevante impronta, lavorando in particolare sulla tutela del paesaggio e dei beni artistici e culturali. «Lo scambio con Nerviani – dice l’ex direttore dell’ufficio dei beni culturali della diocesi, don Carlo Scaciga – è stato intensissimo. A lui si deve la legge regionale che chiedeva ai comuni di accantonare fondi per gli edifici sacri, in quanto espressione della vita delle comunità che li hanno costruiti. Grazie a questa legge sono stati salvati luoghi di culto e opere d’arte, che rappresentano le vicende non solo religiose, ma anche quelle storiche e culturali di novarese, Vco e Valsesia, e che probabilmente sarebbero andati in rovina». La diocesi lo ricorda anche per la legge regionale sui Sacri Monti (4 quelli sul nostro territorio ) da lui promossa, che ha permesso la conservazione e la valorizzazione di un patrimonio fondamentale, anche questo non solo religioso ma anche ambientale ed artistico: «anche così – ha detto il vicario generale della diocesi di Novara, don Fausto Cossalter, che ha ricordato Nerviani con una nota – ha saputo far incontrare il bisogno con la domanda dell’uomo, mettendola al centro della propria azione». Da assessore Regionale ha anche promosso l’istituzione del parco della Battaglia, sui luoghi dove avvenne lo scontro del 23 marzo 1849 tra Piemontesi ed austriaci «attivando il vincolo – ci ricorda il segretario dell’associazione degli amici del parco della battaglia, Paolo Cirri – ha contribuito a valorizzare un fatto storico di portata nazionale, ma anche una porzione paesaggisticamente rilevante della città. Una sensibilità genuina e intima, quella che Nerviani aveva per la cultura, la storia e la sua città. Anche dopo la fine del suo mandato politico è stato nostro socio». I funerali di Nerviani, che lascia la moglie Rosanna e i figli Stefano e Chiara, si sono svolti martedì in San Gaudenzio a Novara.
- 7 anni ago
Fabrizio Frattini