Locali Sporting vuoti, il Comune cerca soluzioni

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Ridare vita ai locali nella struttura dello Sporting di Sant’Agabio dove fino al 2015 vi erano la pizzeria F.lli la Bufala e il centro benessere Marisa Borghi. Il Comune sta lavorando in questa direzione. «Sarebbe importante dare armonia al complesso per renderlo fruibile totalmente – ci ha detto l’assessore allo Sport Federico Perugini -. Un discorso che ha rilevanza anche dopo anche le recenti novità sulla piscina che hanno visto l’introduzione di nuovi prezzi e agevolazionisoprattutto per famiglie. Per quanto concerne gli spazi dell’ex pizzeria, poche settimane fa è avvenuto l’incontro tra gli uffici e il curatore, la procedura possiamo è nella fase conclusiva».

Il rilascio dei locali è avvenuto a fine 2015: «Una volta finalizzata la transazione conclusiva dei rapporti tra il Comune e il gestore precedente si potrà proseguire la strada per rilanciarli», ribadisce l’assessore. Per quanto concerne l’immobile dedicato al centro benessere, il rilascio risale a maggio 2015. «In questo caso – prosegue Perugini -, non vi è al momento una vertenza pendente per cui, quanto prima potrà essere avviata la procedura per una nuova concessione». Si tratta di uno spazio ampio e ancora allestito. «Per la posizione in cui si trova auspico possa vedere una ripartenza con un utilizzo coerente con l’impianto della piscina come era già del resto con la precedente gestione». Ma esistono già delle manifestazioni di interesse? «Sicuramente la posizione è strategica e alcuni si sono interessati anche se ovviamente al momento di richieste ufficiali non ve ne sono state. Dobbiamo ricordare che entrambi i locali seguiranno la procedura del bando. Nelle intenzioni per l’ex pizzeria l’attività che potrebbe inserirsi è di natura commerciale anche in considerazione della sua locazione nella club house. Al momento non si ritiene di dare però qualche vincolo ristretto». «E’ nell’interesse dell’Ente dopo anni di inerzia e con procedure giudiziarie, riportare a regime questi spazi il prima possibile».

Marco Cito